di GIULIANO LONGO
L’annuncio c’è ma per ora solo quello. Parliamo del progetto della funivia Casalotti-Battistini annunciato fra grandi strombazzamenti ma di cui nessuno sa nulla. Che il re, anzi la regina, sia sostanzialmente nuda lo scrivono Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia, e Marco Giovagnorio, capogruppo Fdi in Municipio XIII, anticipando conferenza stampa di presentazione della Funivia che si terrà oggi nella sede del XIII Municipio.
I due esponenti di FdI fanno notare che si parla di questa mirabolante opera mentre la via Aurelia è ridotta «a pista da slalom gigante tra le buche sull’asfalto» con il raddoppio di via di Boccea fermo da anni e la linea A della Metropolitana che «registra un guasto o un disservizio praticamente una volta al giorno». Priorità drammatiche con cui fanno i conti ogni giorno decine di migliaia di cittadini e automobilisti.
Invece l’amministrazione pentastellata punta tutto sul progetto della funivia della quale, nonostante le richieste di chiarimenti sollecitate ufficialmente dai due consiglieri sia nel Consiglio del XIII che nelle commissioni competenti, ancora oggi non si sa nulla.
Ad esempio dove verranno messi i piloni a sostegno delle cabine, il loro impatto ambientale sul territorio, dove e come verranno posizionati i capolinea, se la linea passerà vicino ai palazzi, se i terreni su cui verranno impiantati sono comunali o privati, e quindi se sono stati espropriati, quali sono i costi e i tempi di realizzazione dell’opera. Chiarimenti che potrebbero venire oggi dalla sindaca Raggi, ammesso che esista già una sorta di preliminare di progetto sul quale eventualmente si possa ragionare per un’opera che inevitabilmente finirà all’esame dell’aula Giulio Cesare.
Resta il dubbio che, secondo i due consiglieri, la sindaca Raggi e il M5S abbiano puntato tutto su questo progetto «un po come Marino puntò tutto sulla finta pedonalizzazione dei Fori. Ma Roma non è una città in stile Lego, dove si montano e si smontano a piacimento i set delle costruzioni. Serve una visione urbanistica adeguata, non spot e propaganda elettorale».