Nonostante la crescita dell’immigrazione, calano i residenti nel Lazio

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Cari razzisti, xenofobi e sovranisti, con l’immigrazione, almeno con quella regolare, tocca conviverci perché è una risorsa di questo Paese che invecchia. Lo dice indirettamente  il dodicesimo rapporto dell’Osservatorio romano delle migrazioni, realizzato dal Centro Studi Idos. Infatti la provincia di Roma con 529.369 presenze di stranieri è seconda solo a Milano. La seconda provincia del Lazio per residenti stranieri è Latina, seguono Viterbo, Frosinone e per ultima Rieti.

Il Lazio, con 645.159 residenti stranieri pari a 12,8%  dell’intera penisola, è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, per numero di immigrati e la terza per loro incidenza sulla popolazione. Sono stranieri 11 residenti su 100, per il 52,4 per cento donne. Nel 2015 sono stati 7.520 i nuovi nati da genitori stranieri pari al  10,4% dei bambini stranieri nati in Italia e 15,6% di tutti i nati dell’anno nel Lazio, mentre nello steso anno  le anagrafi regionali hanno registrato 32.905 nuovi iscritti stranieri dall’estero, mentre  11.289 persone sono diventate italiane.  Ma la crisi economica morde ancora e dal Lazio si continua anche a emigrare. Con 423.943 residenti all’estero, il Lazio e’ al terzo posto, dopo Sicilia e Campania.

Poco meno della meta’ dei residenti stranieri è europeo(163.469, 44,9%) sfatando almeno per quell’anno la leggenda metropolitana di una invasione dalla Africa Nera,  subito dopo si collocano gli asiatici, che nel 2015 risultano in crescita (119.265, 32,7%) mentre gli africani registrano invece un calo del 5,5%.

l 74,8% degli immigrati europei è composto da cittadini comunitari,  soprattutto romeni (88.771) che da soli sono un quarto dei residenti stranieri a Roma (24,3%). Tra gli europei non comunitari, invece, i più numerosi sono gli ucraini (14.426), che hanno superato i polacchi(12.381). Tra gli asiatici, tre collettività che continuano a rappresentarne il 73% contiamo  filippini (40.919), bangladesi (28.951) e cinesi(17.304). Questi ultimi registrano l’incremento annuo più alto tragli asiatici (+7,6%), seguiti dagli indiani (+6,4%).

Tra gli africani, prevalgono gli egiziani (10.493); tra i sud americani, i peruviani(13.784) e gli ecuadoriani (8.217), seppure in calo rispetto al 2014 (-3,4% e -1,6%). Il rapporto ricorda che nel 2015 gli stranieri residenti nell’area romana sono aumentati di circa 5.500 unità, pari all’ 1%,  il terzo incremento più consistente tra le province italiane dopo Napoli  e Milano, ma inferiore di tre volte rispetto al 2014.

Eppure , per la prima volta dal 2011 i residenti complessivi (italiani e non) sono diminuiti di 1.572 unità, mentre  i residenti stranieri sono aumentati di 1.618 unita’ a Roma Capitale  e di 3.823 nei restanti 120 comuni.  Il 70% degli immigrati risiede a Roma Capitale (365.181); un altro 10% si distribuisce tra Guidonia Montecelio (11.130), Fiumicino (9.535), Pomezia (7.704), Ladispoli (7.652), Tivoli (7.152), Anzio (6.181), Ardea (6.150) e Fonte Nuova (6.066); altri 15 comuni contano tra i 2.000 e i 5.000 stranieri; 23 ne registrano piu’ di 1.000; i restanti 74 ne contano meno di 1.000.

Guardando agli insediamenti  sul territorio i romeni si dividono in modo equilibrato tra la Capitale (89.028) e i restanti comuni (89.673), ma nella città di Roma sono il 24,4%  dei residenti stranieri con presenze percentualmente molto più elevate nei comuni della provincia,  nei comuni di Fiumicino,  Pomezia, Ladispoli,  Guidonia Montecelio e Tivoli. La maggioranza degli albanesi risiede fuori dalla Capitale, e sono particolarmente numerosi a Fonte Nuova, Marino e Mentana.  I bulgari, a Nettuno e Anzio, ma anche a Colleferro ed Ardea . Nella Capitale, invece, vive oltre il 90 per cento dei filippini e dei bangladesi residenti nell’area metropolitana.

Tuttavia le stime  elaborate dalla Fondazione ISMU al 1 gennaio 2016, parlavano di 435 mila immigrati irregolari presenti in Italia, l’8% degli stranieri regolari probabilmente con un notevole incremento ad oggi che potrebbe venir aggiornato secondo alcune fonti a 600mila di cui probamente almeno 50mila a Roma e nel Lazio.

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