Tar Lazio boccia riforma dei musei, Franceschini: una figuraccia

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Una figuraccia la definisce Dario Franceschini: il Tar del Lazio ha bocciato, con due sentenze depositate mercoledì sera (la numero 6160 e la 6171/2017), (e date in anteprima dal Sole24 ore), le nomine di cinque dei super direttori che il ministero dei Beni e delle Attività Culturali aveva chiamato a guidare alcuni dei più importanti musei italiani. Un provvedimento che mette in discussione l’intera struttura della riforma voluta dal ministro Franceschini e annunciata con clamore nel 2014. Il ministro sottolinea poi che da fine 2015 i nuovi direttori hanno fatto registrare significativi passi in avanti sia a livello di iniziative e fruibilità dei musei sia per il numero di visitatori. Nella prima sentenza (6170) il Tar laziale ha accolto il ricorso di Francesco Sirano che aveva corso per le posizioni di direttore di quattro musei: Archeologico di Napoli, Parco Paestum, Archeologico di Reggio Calabria, Archeologico di Taranto. Nella seconda (6171) invece la giustizia amministrativa regionale ha dato ragione a Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi, che aveva concorso per la guida di Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena. Franceschini ha convocato immediatamente una conferenza stampa: “Peraltro ci sono anche delle conseguenze pratiche perché la sentenza è stata pubblicata e quindi da oggi 5 importanti musei sono senza direttore – ha sottolineato Franceschini – Non c’è come ho letto sui giornali il sito archeologico di Paestum, semplicemente perché – mi pare di avere capito – c’è stato un errore di notifica altrimento sarebbe caduta la mannaia anche su di lui per il tema di essere non italiano ma tedesco”. Il tedesco è il giovane Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum, che ha da poco oltrepassato la soglia dei 400.000 visitatori annuali. Secondo la sentenza non gli sarebbe stato notificato il ricorso. In riferimento alle nomine di candidati stranieri, il Tar scrive della “illegittimità delle previsioni del bando che ammette alla selezione candidati che non siano cittadini italiani”. Questo mette comunque a rischio tutti i direttori stranieri. Inoltre la sentenza contesta le prove orali, svolte senza trasparenza e in due casi con colloqui via Skype. Infuria la polemica politica: da un lato chi chiede l’abolizione del Tar, dall’altro chi accusa il governo Renzi di analfabetismo amministrativo. “Naturalmente adesso ci sarà immediatamente l’appello al consiglio di Stato con la richiesta di sospensiva”.

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