‘Le solitudini a Roma. La nuova pandemia sociosanitaria per anziani, giovani e famiglie’. E’ questo il titolo del convegno promosso stamattina nella sala Tirreno della Regione Lazio dalla Caritas di Roma sul tema delle ‘solitudini urbane’, con l’obiettivo di illuminare quella parte della citta’ piu’ in ombra che si nasconde non solo negli anfratti del tessuto metropolitano, dai sottopassi ai margini delle stazioni ferroviarie, ma fin dentro le case e che risulta percio’ invisibile agli occhi dei piu’, interpretando il mandato di una “Chiesa in uscita” dato da papa Francesco a tutti i cristiani. L’incontro e’ iniziato con la proiezione di un documentario e la testimonianza dell’attore Giulio Scarpati, seguito dai saluti istituzionali di monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas, e Rita Visini, assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio. La mattinata e’ proseguita con le relazioni del sociologo Mauro Magatti, dello psischiatra Tonino Cantelmi, di Massimo Pasquo, operatore della Caritas di Roma e di Laura Baldassarre, assessore alla Persona, Scuola e Comunita’ solidale di Roma Capitale. Nel pomeriggio sono previsti tre focus su anziani (con Raffaella Modafferi, dirigente del Comune di Roma, e Gianni Pizzuti della Caritas di Roma), giovani (con Giancarlo Cursi, Universita’ Salesiana, e Elisa Manna, Caritas di Roma) e famiglie (con Emma Ciccarelli, Forum Famiglie Lazio, e Fabio Vando, Caritas di Roma).
“Ringrazio l’assessore Visini, l’assessore Baldassarre e tutti coloro che sono venuti qui oggi per riflettere su questo tema che ci sta molto a cuore”, ha detto monsignor Feroci. “La solitudine non e’ solo degli anziani ma riguarda anche tanti giovani, i cosiddetti ‘neet’, che restano chiusi nelle loro stanze e non vogliono uscire fuori e guardare al futuro- ha sottolineato- E’ un dato di fatto pero’ che a Roma due anni fa gli over 65 erano 638mila e oggi sono ancora di piu’, la citta’ va verso una presenza sempre piu’ forte di anziani. Abbiamo voluto toccare questo tema perche’ la Caritas, tra i suoi tanti servizi, annovera anche quelli sulla solitudine degli anziani: noi abbiamo tanti volontari che giornalmente vanno nelle case delle persone che vivono sole in tutta la citta’. Sono quelle che chiamiamo le poverta’ nascoste”. “Guardate per esempio alla stazione Termini: sembra ci sia un progetto per chiuderla per evitare che le persone dormano sotto la pensilina, di notte a Roma vediamo una citta’ totalmente diversa”, ha continuato il direttore della Caritas. “Li’ si metteranno delle barriere, ed e’ evidente che tante persone dormiranno in strada. Ma quelle che non si vedono sono le tante persone che vivono sole in casa, e noi andiamo a scovarle porta per porta per incontrarle, aiutarle, portare cibo e medicine. Sono fenomeni che tocchiamo con mano tutti i giorni, e con giornate come quella di oggi vogliamo riflettere e attrezzarci perche’ davanti a queste realta’ non possiamo far finta di niente”, ha concluso monsignor Feroci.
L’area ‘Aiuto alla persona’ della Caritas ha scoperto che la solitudine non affligge soltanto gli anziani, come si potrebbe immaginare: persone affette da patologie importanti vivono abbandonate a se stesse, persone con disturbi mentali che nessuno accompagna e segue, donne e uomini separati e impoveriti, anziani senza parenti o con parenti lontani che non possono o non vogliono accudirli, disabili che hanno perso i genitori; giovani ‘neet’ che non lavorano e non studiano. Ma anche intere famiglie possono risultare per diversi motivi isolate e lasciate a se stesse. Nel corso del 2016 sono stati realizzati dal servizio Aiuto alla persona della Caritas di Roma oltre 40.000 interventi domiciliari del tipo ‘domiciliare leggera’, che hanno portato, solo nella citta’ di Roma, medicine, cibo o piu’ semplicemente compagnia a 523 persone. Per domiciliare leggera si intende l’aiuto nello svolgimento delle piccole faccende quotidiane, come ad esempio fare la spesa, andare a pagare una bolletta, consegnare una pratica presso un ufficio, ritirare un’impegnativa dal medico di famiglia, oppure compagnia e sostegno per il tempo libero come giocare a carte, leggere un libro, fare una passeggiata o piccoli acquisti, ma anche ausilio nella preparazione dei pasti, nella somministrazione di medicinali (attraverso modalita’ non invasive), nella soluzione di piccoli problemi quotidiani (contattare un idraulico, un elettricista, una sarta). Ma anche ausilio alla mobilita’/accompagnamenti di vario genere, in automobile, in ospedale, si viene accompagnati presso un centro polispecialistico (l’assistente rimane in compagnia dell’anziano per tutto il periodo della visita), si da’ aiuto nello svolgere qualsiasi attivita’ che non richieda l’esecuzione di atti legati all’igiene della persona o alla pulizia della casa. Attraverso un tipo di accompagnamento di questo tipo, “lieve eppure importante- spiega la Caritas- si restituisce una dignita’ alla persona, un modo di essere Comunita’ alla cittadinanza, si rida’ vita alla casa come luogo di custodia e di espressione di una vita serena”. Tante sono le difficolta’, i problemi, le patologie che affliggono le persone raggiunte dalla Caritas nelle loro case e che concorrono nel determinare il loro isolamento: patologie fisiche, disturbi mentali, invalidita’ e disabilita’, penuria di mezzi economici, mancanza di parenti vicini, conflitti familiari, separazioni e divorzi, le distanze stesse della citta’ che inibiscono relazioni parentali e amicali e vita sociale in generale. Sono ben 265 (oltre il 50%) su un totale di 523 cittadini presi in carico dal servizio Aiuto alla persona della Caritas di Roma le persone che evidenziano una multiproblematicita’.
(Fonte Dire)