Il Tar boccia Franceschini sul parco archeologico del Colosseo

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Dopo la bocciatura delle nomine dei direttori stranieri  la giustizia amministrativa assesta un altro colpo alle decisioni del ministro Franceschini. Infatti il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Roma Capitale e della Uil contro il ministero dei Beni culturali sull’istituzione del Parco archeologico del Colosseo. La sentenza breve pubblicata oggi rappresenta uno stop al progetto del Mibact. 

La controversia risale ad aprile quando la sindaca annunciò «abbiamo presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del decreto del Mibact sul parco archeologico del Colosseo»  annunciando che l’avvocatura capitolina aveva presentato ricorso al tribunale amministrativo per l’annullamento del decreto”  del 12 gennaio 2017 con cui era stata indetta la selezione pubblica internazionale per il conferimento dell’incarico di direttore del Parco archeologico del Colosseo. L’accusa al ministero era quella di voler gestire in autonomia il patrimonio culturale di Roma attribuendo al comune solo il 30% della bigliettazione che  porta nelle casse circa 40 milioni. 

Subito dopo l’annuncio del Campidoglio era arrivato un primo commento su Twitter di Dario Franceschini: “Incredibile:@virginiaraggi impugna al Tar la scelta di dare al #Colosseo vera autonomia e direttore scelto con selezione internazionale!” spiegando successivamente che con il suo provvedimento  il Parco archeologico del Colosseo sarebbe diventato «un istituto autonomo dotato di un proprio bilancio e con un direttore scelto con una selezione internazionale, che è già in corso e a cui hanno presentato domanda 84 candidati da tutto il mondo.»

Non solo, perché sempre secondo il ministro «il percorso per il Colosseo è lo stesso che ha portato in Italia profondi cambiamenti al sistema museale» degli Uffizi, la Reggia di Caserta, Brera, Pompei e tutti gli altri istituti autonomi. 

Va ricordato che  il 25 maggio sempre i giudici amministrativi avevano sentenziato che  alla selezione non avrebbero potuto partecipare cittadini stranieri contestando al MIBAC  le nomine di 5 direttori perché «il bando della selezione – si leggeva nelle due sentenze del Tar – non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani.»

Sentenza che aveva suscitato un vespaio di polemiche sull’invadenza della giustizia amministrativa.  

Come in questo caso anche per il Parco archeologico del Colosseo è prevedibile il ricorso del MIBACT al Consiglio di Stato.

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