Formula E, il 14 aprile 2018 all’Eur. Diacetti: “Nessun costo per le istituzioni e tanti vantaggi”

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Quando ne parlammo con il presidente dell’Eur Roberto Diacetti, ormai due anni fa nel corso di una nostra intervista, pareva quasi un sogno pensare ad una race di queste vetture elettriche poco rombanti, che sfrecciano ad oltre 200 km/h, fra le architetture razionaliste che rendono unico questo quartiere. Tanto più difficile a realizzarsi dopo che Virginia Raggi aveva rinunciato alle Olimpiadi e la strada ad eventi sportivi internazionali pareva chiudersi per la capitale.

Sullo sfondo poi c’era il contestassimo progetto per la Formula 1, sempre all’Eur, che Alemanno aveva lanciato con gran clamore e l’imprenditore Flamini doveva realizzare, poi finito nel nulla. Evidentemente Diacetti era convinto dell’utilità di questa iniziativa soprattutto per la città di Roma, tanto che alla fine l’assemblea capitolina aveva dato il via libera all’unanimità alla mozione che impegna la sindaca e gli assessori competenti «ad adottare gli atti opportuni affinché possa svolgersi l’evento sportivo denominato Formula E». Per un evento sportivo a bassissimo impatto ambiental-urbano e grandi vantaggi che deve aver convinto tutte le forze politiche.

Ieri finalmente è arrivato il semaforo verde alla prima gara di Formula E a Roma. Infatti il Consiglio mondiale della Fia, riunito o Ginevra, ha ufficializzato il calendario 2017-2018 del campionato riservato alle monoposto elettriche e il Gran Premio della Capitale si correrà su un circuito cittadino al quartiere Eur il 14 aprile 2018. Il settimo appuntamento del calendario internazionale, ma il primo dei quattro successivi previsti ogni anno nella capitale. 

Delle caratteristiche di questa gara e dei suoi bolidi elettrici sono ormai traboccanti le cronache dei giornali e lo saranno ancor di più dopo l’evento, come ci ha riferito Diacetti, che il 6 luglio si svolgerà alla Protomoteca del Campidoglio. Un workshop sulla mobilità sostenibile “perché – ci ha detto il presidente dell’Eur – è proprio in questo contesto che si incardina l’iniziativa del gran premio e parlare di sostenibilità significa affrontare il futuro non solo del business delle vetture elettriche, ma della sostenibilità urbana».

Dei vantaggi di questo gran prix già si legge anche nella delibera approvata all’unanimità dall’Aula Giulio Cesare: «potrà garantire forte visibilità e promozione della città di Roma, in particolare del territorio del IX municipio». Mentre nello specifico la sindaca e la giunta capitolina si impegnano a promuovere accordi con i partner commerciali e gli organizzatori dell’evento sportivo, al fine di implementare sensibilmente la presenza di sistemi di ricarica di veicoli elettrici (colonnine di ricarica), l’installazione di sistemi wi-fi gratuito nel territorio del IX municipio, la previsione di postazioni di bike sharing, nonché l’utilizzo di veicoli elettrici in comodato d’uso per il municipio ospitante e/o Roma Capitale. 

Tuttavia qualcosa di più abbiamo voluto sapere dallo stesso Diacetti, il quale ci ha spiegato che dei 10 milioni di costo dell’iniziativa il Comune ed Eur spa non spenderanno un euro perché saranno a carico del comitato internazionale che provvederà ad trovare i suoi sponsor. Ma ci sono altri vantaggi, dice, perché «alla fine dell’iniziativa i promotori si impegnano anche a rifare tutto l’asfalto del percorso, per un totale di 500mila euro». A carico del Comune di Roma invece «la normale gestione dei grandi eventi quali pulizia, transenne, vigilanza ecc». Per quanto riguarda i residenti «la gara bloccherà il traffico solo per un giorno, con qualche disagio parziale nella settimana dell’allestimento. In ogni caso è intenzione nostra e del Campidoglio avviare immediatamente la consultazione dei cittadini e dei comitati del nostro territorio».

Tutto Ok. La città ci guadagnerà con l’afflusso (che si prevede consistente) del pubblico e anche con un’immagine internazionale di tutto riguardo, ma Eur spa oltre alla fama cosa ci guadagna? «Intanto con i proventi della biglietteria dell’evento – prosegue Diacetti – ma questo è il meno rispetto alla possibilità di presentare, rilanciare e utilizzare per un pubblico internazionale i nostri centri di eventi quali la Nuvola e Il Palazzo dei Congressi».

Non mancheranno le polemiche, ne siamo certi, resta il fatto che Diacetti grazie alla collaborazione fra le istituzioni e lavorando senza tanto clamore, passo dopo passo, porta a casa il risultato che aveva in mente già due anni fa. 

Giuliano Longo

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