Eur, inaugurata la Casa di Leda per le detenute con figli. «Ma non fanno entrare Cinquequotidiano»

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Eur 11 luglio ore 16, gradi 35 all’ombra, il vice sindaco Frongia entra nella Casa di Leda con tutto il suo staff, poco dopo arriva il ministro della giustizia Orlando, assente la sindaca Raggi, la cui presenza era invece prevista per l’inaugurazione.

La Casa di Leda è un progetto fortemente voluto da Leda Colombini defunta moglie di Angiolo Marroni ex garante dei detenuti del Lazio, per assistere detenute con figli.

Una struttura protetta per mamme detenute con figli da zero a tre anni aperta a Roma a fine marzo. Il centro, che sorge nel quartiere romano dell’Eur, fra via Algeria e via Kenya, è all’interno di una villa confiscata alla criminalità organizzata e ospita attualmente quattro mamme – di cui tre straniere – e quattro bambini. 

Si tratta di detenute provenienti dal reparto femminile del carcere di Rebibbia, unico istituto penitenziario del Lazio a essere dotato di un nido. Per ciascuna delle detenute che risiedono all’interno del centro viene elaborato un progetto educativo individuale, sotto il coordinamento tecnico di uno psicoterapeuta, mentre per i bambini è prevista l’iscrizione al nido o alla scuola materna e l’assegnazione del pediatra. 

Primo progetto di questo genere in Italia era stato già previsto dall’Amministrazione Marino ma solo oggi viene viene inaugurata ufficialmente. Tuttavia i problemi non mancano soprattutto per i residenti che dalla lussuosa villa odono quotidianamente  schiamazzi e turpiloquio che a loro avviso richiederebbe anche una più assidua presenza delle forze dell’ordine.

Sarà forse per aver pubblicato in passato queste loro rimostranze che non è stato concesso a Cinquequotidiano l’ingresso all’inaugurazione nonostante l’esibizione dell’ordine professionale dei giornalisti e le ripetute sollecitazioni da parte di chi scrive, mentre  colleghe di altri giornali entravano. 

Gilda Tucci

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