Come previsto una soluzione è sempre possibile e almeno per ora viene scongiurata l’ipotesi di lasciare a secco un milione e mezzo di romani attanagliati dalla crisi idrica. Ma andiamo per ordine.
Ieri sera si è svolto per due ore l’atteso vertice fra Comune-Regione dove si è decisa l’istituzione di un “tavolo” di confronto fra Acea e Regione.
A smuovere le acque di una perniciosa polemica, nella mattinata era intervenuta la ministra della Salute Beatrice Lorenzin con una lettera alla sindaca Raggi che sottolineava la preoccupazione per l’eventuale razionamento dell’acqua che «potrebbe pregiudicare gravemente il livello igienico sanitario». Quindi, proseguiva «dovete garantire fornitura agli ospedali» con i loro 13.000 pazienti ricoverati. Problemino sanitario che forse a qualcuno era sfuggito soprattutto per una metropoli di quasi 3 milioni di abitanti.
Mentre i sindaci del comprensorio di Bracciano aspettavano in piazza con la fascia tricolore veniva decisa l’istituzione una cabina di regia tra Regione e Acea con la Raggi, che è anche sindaca della città Metropolitana, come «garante».
Rientrate le bellicose intenzioni di Acea che aveva già fatto ricorso al Tribunale delle Acque, nel corso della riunione si è parlato anche della rete idrica del Lazio e degli investimenti per risistemare i 5400 km di condutture sotterranee oltre che della sistemazione degli acquedotti Peschiera e il Marcio. Un lavoro di lunga prospettiva ma che va comunque verificato immediatamente.
Un quadro tecnicamente più preciso verra delineato oggi nella sede dell’Autorità di Bacino del Tevere dove si riunisce l’Osservatorio permanente sugli usi idrici dell’Appennino centrale che esaminerà la crisi idrica nella Capitale e il caso del lago di Bracciano. All’incontro parteciperanno Acea e Regione, mentre è atteso il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti dopo la sua audizione in Commissione Ambiente alla Camera per l’indagine conoscitiva sull’emergenza siccità.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma ci chiediamo se non fosse il caso di affrontare per tempo la questione evitando le consuete eterne e italiche emergenze.
Giuliano Longo