Si chiama Villaggio Africa e si trova nel X municipio che non è solo Ostia ma che ha un territorio vastissimo nell’entroterra che conta più della metà degli abitanti di tutto il Municipio.
Villaggio Africa è conosciuto per la lotta che i residenti portano avanti oramai da anni.
Nel cuore dell’entroterra del Decimo, quello commissariato per mafia, ci sono due file di casette costruite con regolare permesso all’inizio degli anni ’50. Sono nate come appendice del Villaggio S. Francesco, appena sorto sui terreni ceduti gratuitamente dal Comune per iniziativa dell’Unrra-Casas (Comitato Amministrativo Soccorso ai Senzatetto) e con il decisivo contributo economico del Pontefice Pio XII.
Il cosiddetto “Villaggio Africa” fu edificato dalla cooperativa appositamente costituita per fornire un tetto ad alcuni tra gli ex coloni sfollati, in particolare dalla Libia, dopo che nel Trattato di Pace del 1947 l’Italia dovette rinunciare a tutte le sue colonie.
Ai margini di questo piccolo comprensorio, più precisamente all’angolo tra Viale dei Romagnoli e Via Fra’ Andrea Di Giovanni, c’è un terreno di proprietà comunale che negli anni ’90 fu concesso ad un imprenditore locale che, seppure l’area non fosse destinata ad ospitare attività commerciali, alterò lo stato dei luoghi accumulando materiale apparentemente di risulta da lavori edili e vi costruì alcuni manufatti, tutto abusivamente.
Così nel 1997 viene emessa l’ordinanza sindacale di sgombero e nel 2002 si è arrivati alla determinazione dirigenziale dell’allora XIII Circoscrizione che ordinava la demolizione delle opere abusive ed il ripristino del precedente stato dei luoghi.
Inoltre il terreno è attraversato dal Fosso Madonnetta che per via della riduzione della sezione del tratto intubato che ha inizio proprio nel terreno comunale, è causa del locale dissesto idraulico.
Dopo gli allagamenti del novembre 2002 dall’ufficio tecnico municipale fu individuata negli “scarichi abusivi” una tra le concause degli allagamenti delle abitazioni del Villaggio Africa.
Nonostante tutto ciò, per cominciare a vedere l’attuazione di quei provvedimenti, bisogna aspettare il 2014, dopo che il proprietario di una delle abitazioni maggiormente colpite è stato per 8 giorni in sciopero della fame e, non essendo stato sufficiente, si è incatenato per ben due volte nell’aula “Di Somma”, sede del consiglio municipale.
In quel periodo era Direttore del Municipio Claudio Saccotelli – presente nella lista dei 101 nomi variamente citati negli atti dell’inchiesta Mafia Capitale, intercettato in conversazioni equivoche nell’ambito della gestione delle spiagge, rinviato a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta – che si limitò ad abbattere i manufatti abusivi senza avviare il ripristino dello stato dei luoghi.
Dalla metà del 2015, dopo le dimissioni dell’ex presidente Tassone e già prima del commissariamento per mafia, la questione è passata al Direttore Cinzia Esposito decide di fare un sopralluogo solo nel febbraio 2017. Quasi due anni per prendere in carico il problema, poi sono trascorsi ulteriori 8 mesi, ma gli scarichi abusivi sul terreno comunale sono ancora lì, contribuendo anche all’ennesimo allagamento di una abitazione il 10 settembre scorso.
I residenti di Villaggio Africa, ed in particolare il Presidente della omonima associazione impegnato in prima linea in questa battaglia, preferiscono non rilasciare dichiarazioni.
Sono trascorsi 15 anni dall’ emissione dell’atto che avrebbe dovuto riportare la legalità ed il decoro in questo angolo del X Municipio. Perché non si interviene in quell’area? Perché anche la commissione prefettizia appena decaduta ha trascurato questo problema? Cosa celano quelle centinaia di metri cubi scaricati illegalmente?
Andrea Ciabocco