«Abbiamo tutti letto la volontà di mettere a bando l’evento Maratona di Roma. Oggi si tratta dell’evento sportivo più partecipato d’Europa che crea un indotto economico di circa 30 mln di euro per la città. Un piccolo miracolo economico dovuto alle migliaia di partecipanti ed accompagnatori che richiama dall’Italia e dal resto del mondo. In cambio il comune di Roma offre una parte dei servizi, così come accade per tutti gli altri grandi eventi. Molti altri la maratona di Roma se li paga da sola». Queste le parole del consigliere del Pd capitolino Marco Palumbo.
«La corsa molto suggestiva per le vedute di Roma che può offrire a milioni di spettatori in tutto il mondo, in oltre 20 anni di attività è – continua nella nota Palumbo – divenuta anche una formidabile promozione turistica.
La maratona di Roma è organizzata da un soggetto privato che ha ovviamente registrato il marchio e fino al 2020 è già inserita nel calendario Fidal. Un programma quello della federazione di atletica leggera quasi impossibile da modificare per via degli incastri intervenuti tra tutte le grandi maratone internazionali e nazionali.
Il comune di Roma quindi può di certo fare un bando per un’altra maratona competitiva ma solo successiva al 2020. Una maratona che necessariamente non potrà assumere la stessa denominazione di quella attuale e che alla città di Roma e alle casse comunali costerà un esborso non indifferente di fondi pubblici.
A chi serve questa scelta? Quale è l’intenzione della maggioranza M5S? Mettere il cappello su una iniziativa privata? Fare la maratona degli amici di Casaleggio?».
«Da mesi conclude la nota – attendiamo il nuovo regolamento sui centri sportivi comunali, nel frattempo il Flaminio è stato abbandonato e declassato ad un parcheggio senza alcun progetto di riqualificazione, l’ippodromo delle Capannelle è sotto sfratto e infine sui PVQ la giunta non si decide a dare alcun segnale di indirizzo per rilanciare i progetti che possono essere conclusi. I problemi dello sport a Roma sono altri e la Maratona di Roma non è certo tra questi».