Si è aperto stamane in Corte D’Appello il processo per l’ex sindaco di Roma in merito alla vicenda degli scontrini e della sua onlus per la quale era già stato assolto in primo grado dalle accuse di peculato, truffa e falso.
Nel corso di una dichiarazione spontanea rilasciata alla Corte Marino ha affermato con grande chiarezza che «mai nella mia vita e nelle funzioni di sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali.» Poi ha spiegato, parlando in aula, di aver donato nel 2014 diecimila euro del proprio salario alla città di Roma e di non aver chiesto rimborsi al Campidoglio portando ad esempio gli incontri con il presidente della Roma James Pallotta e con il sindaco di New York Bill De Blasio quando cancellò una vacanza privata negli Stati Uniti trasformandola in incontri di lavoro.
Marino ha ricordato anche «mi presentai in Procura e offrii a chi indagava le chiavi della mia agenda elettronica» aggiungendo anche di aver rinunciato al suo stipendio di senatore ancora prima della sua elezione a sindaco lasciando oltre 80mila euro nelle casse pubbliche.
«Se sono ladro – ha concluso- sono un ladro scemo e incapace di intendere e di volere.»