Marra rinviato a processo per la vicenda della nomina del fratello Renato

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E’ stato rinviato a giudizio Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, accusato di abuso d’ufficio in merito alla nomina di suo fratello Renato a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio. A deciderlo il gup di Roma Raffaella De Pasquale al termine dell’udienza preliminare che si è svolta questa mattina. L’inizio del processo è stato fissato per il 20 aprile davanti all’ottava sezione.

Sempre sulla nomina del fratello di Marra Renato, il processo a Virginia Raggi inizierà il 21 giugno, dopo le elezioni politiche. Lo ha disposto il gup del Tribunale Roma Raffaella De Pasquale, accogliendo la richiesta di giudizio immediato avanzata dai difensori della sindaca di Roma che deve rispondere di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex braccio destro del primo cittadino. 

La richiesta era arrivata il 3 gennaio, a pochi giorni dall’udienza preliminare del 9 quando la sindaca sarebbe dovuta comparire davanti al gup: la procura infatti il 28 settembre scorso aveva chiesto per lei il rinvio a giudizio con l’accusa di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale, all’incarico di capo Dipartimento Turismo. Secondo l’accusa, in particolare, la sindaca avrebbe mentito all’Anticorruzione del Comune sulla nomina.

Nel frattempo è stato sospeso fino al prossimo 13 aprile il processo che vede imputati l’ex vicecapo di gabinetto del Campidoglio, Raffaele Marra, e l’imprenditore Sergio Scarpellini accusati dalla Procura di Roma di concorso in corruzione. I giudici della seconda sezione penale hanno aggiornato il procedimento a causa delle gravi condizioni di salute in cui versa Scarpellini. 

Nell’udienza di oggi i periti nominati dal tribunale hanno confermato la gravità della patologia che ha colpito nei mesi scorsi l’imprenditore.

Il processo riguarda una somma di 370 mila euro che Marra avrebbe ricevuto nel 2013 da Scarpellini e che venne utilizzata per l’acquisto di un appartamento nella zona di Prati Fiscali.

Per l’accusa quella somma di denaro rappresenterebbe una tangente “mascherata” ricevuta in cambio di favori per l’imprenditore.

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