Hippo Group, quei 40 milioni di euro che il Campidoglio potrebbe restituire

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I gestori degli impianti sportivi a Roma scommettono forte sul cavallo Hippo Group. E in ballo – udite, udite – ci sono quasi 40 milioni di euro in investimenti già effettuati che gli imprenditori dello sport cittadino potrebbero chiedere indietro al Campidoglio. Una specie di “bomba a orologeria” sulle già flebili casse capitolino.

La vicenda è ormai nota. A Hippo Group, la società che gestisce l’ippodromo di Capannelle, ormai da mesi è scaduta la concessione, il “contratto” che le da’ la possibilità di gestire in via esclusiva l’impianto di Roma sud ad appena 66mila euro l’anno. Nel novembre scorso, il Campidoglio ha inviato una lettera all’azienda chiedendo di restituire le chiavi, lasciando l’impianto. Il concessionario ippico, dal canto suo, ha presentato ricorso al Tar ma senza chiedere la sospensiva del provvedimento. Il motivo? Non esattamente una “sconfitta in partenza” come sostengono sia l’assessore allo Sport, Daniele Frongia, che il presidente della Commissione, Angelo Diario. “In questi anni – spiega a Cinque il direttore generale di Hippo Group, Elio Pautasso – abbia investito circa 9,5 milioni di euro nell’ippodromo. Soldi spesi in relazione alle norme contenute nel regolamento tuttora in vigore, che prevedono un allungamento della concessione proporzionale ai soldi spesi per il miglioramento della struttura comunale. A Frongia e Diario dico: sediamoci al tavolo e parliamo”. Dall’altra parte, Diario conferma quanto dichiarato nei giorni scorsi da Frongia: “Hippo Group può presentare un piano economico serio e partecipare al bando – ci dice -. Non abbiamo alcun pregiudizio nei loro confronti, nè verso quelli delle altre 40 strutture con la concessione scaduta. Ma non è più tempo di trattative private. Il nuovo regolamento sancirà questo approccio”.

La materia è in mano ai legali. Non presentando richiesta di sospensiva, Hippo Group costringe il Comune a prendere una decisione definitiva e politica. Se la linea Frongia-Diario verrà confermata, però, la società di ippica potrebbe – di fonte a un successo al Tar – chiedere rimborso presso il tribunale civile di tutti (o parte di essi) i quasi 10 milioni investiti, rendendosi capofila di una class-action pericolosissima per i conti capitolini. Il rischio è quello di un grave pregiudizio sui conti del Comune, l’ennesimo nel settore dopo quella relativo ai Punti Verde Qualità. Dal canto suo, l’Avvocatura capitolina si opporrà probabilmente segnalando che molti di questi “miglioramenti” non sono mai stati concordati con il Comune e che in molti casi – vedi gli esclusivi club di Roma nord – hanno portato il concessionario a triplicare gli incassi e rientrare ampiamente degli investimenti. Resterebbe comunque il “tradimento” della parte pubblica rispetto al regolamento fin qui vigente.

Domani pomeriggio in Assemblea Capitolina è prevista la discussione del nuovo regolamento. Si dice – anche se l’azienda non conferma – che alcuni dei circa 400 lavoratori vogliano protestare in piazza del Campidoglio portando alcuni degli oltre 600 cavalli ospitati nelle stalle di Capannelle. “Cio’ creerebbe un bel clamore mediatico”, commenta uno dei presidenti delle altre 40 società sportive in ballo. Proprio queste ultime hanno tutte con il dente avvelenato per la “disparità di trattamento” con cui è stato gestito l’affare PalaTiziano, assegnato in “affidamento diretto” a quel che resta della gloriosa Virtus Roma di basket.

Vincenzo Bisbiglia

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