Estendere a tutta Roma il modello di raccolta differenziata hi-tech gia’ implementata nel progetto pilota del quartiere ebraico, identificando, pesando e valutando la spazzatura prodotta da ogni cittadino della Capitale tramite tag Rfid su ogni sacchetto e ogni bidoncino, quasi in stile ‘grande fratello’. Con l’obiettivo finale di raggiungere il 70% di differenziata entro il 2021 e applicare la cosiddetta tariffa puntuale, ovvero una Tari calcolata in base alla quantita’ e alla qualita’ dei rifiuti prodotti da ogni singolo utente. A delineare la tabella di marcia del nuovo sistema di raccolta rifiuti di Roma Capitale e’ stato Lorenzo Bagnacani, presidente e amministratore delegato di Ama, in occasione di un’audizione sullo stato dell’azienda in commissione capitolina Trasparenza, presieduta da Marco Palumbo (Pd), alla presenza anche dell’assessore alla Sostenibilita’ ambientale, Pinuccia Montanari.
La differenziata, ha spiegato Bagnacani, “andava radicalmente modificata, quindi abbiamo subito avviato un progetto pilota sul breve periodo al Portico d’Ottavia nell’ottica dell’obiettivo futuro di applicare la tariffa puntuale, con tecnologie come quella Rfid che permettono una migliore gestione da parte dell’azienda: si gestisce solo cio’ che si conosce, noi abbiamo la necessita’ di sapere quale e quanto rifiuto raccogliamo per ogni utente e in questo modo ognuno viene singolarmente identificato tramite i tag sui bidoncini. Appena avremo esteso questa modalita’ su tutta Roma potremo applicare la tariffa puntuale, permettendo a ogni cittadino di pagare in base a quanto rifiuto viene prodotto”. E le risposte per ora sono positive: “I cittadini al Portico d’Ottavia stanno rispondendo bene al nuovo modello di raccolta differenziata. Abbiamo raggiunto l’86% di raccolta differenziata, di cui oltre il 50% e’ frazione organica.
Si tratta di una differenziata di alta qualita’, e la qualita’ della frazione organica e’ straordinaria”.
In merito alla situazione generale di Ama “io mi sono insediato il 15 maggio, in questi mesi abbiamo lavorato intensamente per modificare la struttura industriale dell’azienda che nel suo core business meritava una rivisitazione, con obiettivi molto chiari: recuperare efficienza ed efficacia- ha spiegato Bagnacani- Innanzitutto per essere piu’ robusti dal punto di vista industriale dovevamo modificare la modalita’ con cui eroghiamo i servizi, nel rispetto di un piano industriale che pone un traguardo importante come il 70% di raccolta differenziata per il 2021, stabilisce di irrobustire l’azienda dal punto di vista impiantistico per essere sempre piu’ autosufficienti e ammodernare il parco mezzi dell’azienda, composto da circa 2.400 mezzi con una eta’ media elevatissima.
Al mio ingresso inoltre ho osservato che la parte degli investimenti era ferma da anni e cosi’ si paga lo scotto negli anni a venire, perche’ non investire non e’ un risparmio ma un maggior costo per il futuro. Il piano industriale e’ l’opportunita’ per Ama di sistemare questa situazione”.
A partire dal capitolo impianti: “Abbiamo depositato i progetti per i due impianti per il trattamento della frazione organica lo scorso venerdi’ in Regione Lazio- ha ricordato l’amministratore unico di Ama- A regime avremo 350mila tonnellate annue di frazione organica da trattare, con questi due nuovi impianti e quello di Maccarese saremo in grado di trattarne 150mila. Quindi stiamo gia’ ragionando come renderci maggiormente autonomi in vista del raggiungimento del 70% di raccolta differenziata”.