Parla l’ex assessore Berdini: fu Grillo a non volere nemmeno il referendum sulle Olimpiadi a Roma

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Paolo Berdini, ex assessore all’Urbanistica della giunta Raggi fino al febbraio dello scorso anno era considerato un esponente di sinistra nella giunta Raggi e si dimise da assessore all’urbanistica con la seguente dichiarazione: «Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro. Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma».

Oggi, propio a cominciare dallo stadio si toglie qualche sassolino dalla scarpa intervenendo a radio Cusano Campus.

«Ci sono dei personaggi – spiega l’ex assessore che hanno attraversato la mia strada. A gennaio, dopo l’arresto di Marra e un terremoto gigantesco che ha sconvolto la giunta comunale, è arrivata questa presenza inattesa e sconosciuta a tutti, un uomo venuto chissà da dove e chissà perché: l’avvocato Lanzalone. Quest’uomo, dopo aver risolto a mio danno il problema dello stadio perché la trattativa la fece lui, assunse la carica economica pubblica più importante a Roma: la presidenza dell’Acea».

Ma dove starebbe la liason fra questo prestigioso incarico e il progetto dello stadio? «Un mese e mezzo fa Lanzalone ha detto in un’intervista che potrebbe prendere in carico sia il trasferimento della sede di Acea dalla Piramide all’ansa dello stadio della Roma e sia fare lo sponsor». Questo costerebbe una ventina di milioni all’anno «quindi la bolletta dei romani non finirà mai di aumentare se noi dobbiamo finanziare lo stadio della Roma».

Quanto al refrain di un’opera finanziata esclusivamente dai privati Berdini osserva che «quando uno costruisce un grande immobile deve dare per legge dei soldi al Comune, il quale Comune è libero di scegliere dove investirli. In realtà quegli oneri di urbanizzazione vengono reinvestiti per costruire le infrastrutture che servono per rendere accessibile lo stadio della Roma. Quindi, dato che lo stadio della Roma non è accessibile, dobbiamo prendere dei soldi che spettano alla collettività ed utilizzarli per rendere lo stadio accessibile».

Di qui un passaggio dell’intervista sulle mancate, anzi rifiutate Olimpiadi. Lo stadio sì e le Olimpiadi no? Sembra chiedersi Berdini che spiega: «In campagna elettorale i 5 Stelle avevano detto no alle Olimpiadi, ma avevano anche detto che avrebbero chiesto ai romani di esprimersi attraverso un referendum. Quando io ho chiesto di fare il referendum mi hanno risposto che non si poteva fare perché aveva parlato Grillo, quindi Grillo è il primo vicesindaco di Roma».

Quanto all’attuale situazione della capitale conclude: «Roma sta andando a fondo e purtroppo tutti ne cogliamo oggi la rilevanza. Io ho potuto comprendere tutto il disastro avendo le casse dell’assessorato ai Lavori pubblici: lì non c’erano soldi e io feci presente che le promesse elettorali con cui il M5S aveva vinto le elezioni dicevano che avrebbero coperto tutte le buche esistenti. Dissi che non c’erano i soldi, quindi l’occasione delle Olimpiadi era restituire a questa povera città depredata un minimo di decoro. Con le Olimpiadi potevano arrivare 4-5 miliardi e il sindaco di Roma avrebbe deciso come impiegarli».

Evidentemente gli umori di Beppe Grillo cambiano qual piuma al vento se sollecita la Appendino (che gli è evidentemente simpatica) a candidare Torino per le Olimpiadi invernali, mentre è grasso che cola se alla Raggi ha lasciato fare lo stadio. 

Giuliano Longo

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