Prelievi dal lago di Bracciano, Raggi al fianco di Acea. Ed è polemica

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Nella Giornata Mondiale dell’Acqua a Roma, la sindaca Virginia Raggi decide di intervenire in favore di Acea Ato2 nel ricorso contro la determinazione del 29 dicembre 2017 che regola e limita i prelievi di acqua potabile dal Lago di Bracciano, aprendo un vespaio di polemiche.

Con quella determinazione, la Regione subordinava qualsiasi ripresa dei prelievi al recupero del livello delle acque del lago (fissando la quota minima di metri 161,90 metri slm come soglia sotto la quale non scendere) e dei suoi ecosistemi limitandone i casi di riattivazione solo a momenti di effettiva emergenza e subordinandone l’attivazione a una autorizzazione scritta da parte della stessa Regione Lazio. Proprio questo meccanismo, sarebbe, secondo Raggi, uno degli aspetti più critici del provvedimento perché trasformerebbe la concessione di cui Acea Ato 2 è titolare, in un altro tipo di rapporto. In altri termini, Raggi sostiene che Acea debba avere mani libere sul Lago.

POLEMICHE

“La decisione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, di intervenire in favore del ricorso di Acea Ato2 contro la deliberazione della Regione Lazio, che regola e limita i prelievi di acqua potabile dal Lago di Bracciano, è un affronto all’area metropolitana di Roma”. Così in una nota il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. “Virginia Raggi non è solo il sindaco di Roma Capitale ma lo è anche di tutta la Città Metropolitana di Roma- aggiunge Leodori- Eppure, con questa decisione, dimostra ancora una volta di fare prevalere gli interessi di una società pubblico-privata a danno di altre comunità, che lei dovrebbe tutelare proprio in virtù del suo ruolo istituzionale e che stanno già patendo da tempo le conseguenze di tali scelte. Un atteggiamento che spiace constatare, perché in contrasto con la necessità di salvaguardare un prezioso bene ambientale che appartiene a tutti i cittadini, come ha dimostrato la Regione Lazio con i suoi atti”.

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