Roma, uccisa con un manubrio da palestra: chiesta perizia psichiatrica

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Una perizia psichiatrica accertera’ se  il direttore di banca di 56 anni che il primo maggio del 2017 a Roma ha ucciso la compagna fosse capace di intendere e di volere al momento del fatto. Il gup Elvira Tamburelli ha affidato oggi l’incarico al perito che avra’ novanta giorni per completare il lavoro. Nei confronti dell’imputato, che ha optato per il rito abbreviato, il pm Pantaleo Polifemo ha sollecitato una condanna a 12 anni senza alcuna aggravante e con l’attenuante della seminfermita’ mentale. Proprio su quest’ultimo aspetto il giudice vuole effettuare ulteriori accertamenti e ha aggiornato il processo al prossimo 26 luglio quando verranno illustrate le conclusioni della perizia.

La sentenza e’ prevista per il 2 agosto. Il fatto avvenne nell’appartamento della donna, in via del Babuino. L’imputato uccise la compagna, che insegnava presso la Deutsche Schule di Roma, con un manubrio da palestra. L’uomo dopo l’arresto ammise di avere colpito Michela al culmine di una lite scaturita dal suo timore di essere lasciato. “Ho visto un messaggio di un suo ex sul cellulare e ho perso la testa – disse agli inquirenti nel corso dell’interrogatorio di convalida -. Di recente ho sofferto di depressione e ho provato anche a togliermi la vita”.

(foto d’archivio)

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