Le attività di controllo degli agenti del Nucleo Antievasione ed Antielusione Fiscale del Comando Generale della polizia locale di Roma capitale hanno permesso di accertare nell’ultimo mese 4.500.000 euro di evasione della tassa di soggiorno. Una serie di controlli incrociati su documenti, bilanci e conti correnti di noti alberghi a 4 e 5 stelle del centro storico della Capitale hanno portato alla luce evasioni con cifre considerevoli. Solo la scorsa settimana, un mancato versamento di 2.600.000 euro da parte di un hotel di lusso al centro di Roma.
Denunciato il titolare, un italiano di 65 anni. Tali controlli, avviati da tempo dal Comando Generale, hanno subìto un’intensificazione nell’ultimo periodo, anche sostenuta da una recente pronuncia della Corte di Cassazione in base alla quale il gestore della struttura è posto alla stregua di un pubblico ufficiale, nell’esercizio di funzioni pubbliche. Il titolare, che gestisce di fatto denaro frutto della riscossione di una tassa, quella di soggiorno, incorre, in caso di mancato versamento della stessa nelle casse del Comune, nel reato di peculato: un’appropriazione indebita di denaro appartenente ad altri, in questo caso l’amministrazione comunale, commessa da chi ne abbia il possesso in ragione del suo ufficio. Il caso dei 2.600.000 di euro di evasione non è il solo. Altra vicenda quella dei titolari di altri due grandi alberghi romani che, oltre ad aver ammesso l’illecito, si sono premuniti di effettuare, seduta stante, un bonifico da 400.000 euro, consentendo così un recupero immediato del denaro da parte del comune. Entrambi sono stati comunque deferiti all’Autorità Giudiziaria secondo quanto previsto dalla legge.
(foto d’archivio)