Senzatetto, è caos all’ufficio Anagrafe del Campidoglio

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Doveva semplificare le procedure agli sportelli anagrafici del Municipio I e la vita degli oltre 20mila ‘fantasmi’ della Citta’ eterna. Invece, la delibera sul sistema di iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora, approvata dalla Giunta Raggi nel marzo del 2017, sta generando ancora piu’ confusione. Questa in breve la situazione: gli homeless della Capitale, intestatari di una residenza fittizia (riconducibile ad associazioni come Caritas o Comunita’ di Sant’Egidio), dall’entrata in vigore del provvedimento sono obbligati a registrarsi ad un indirizzo inesistente, via Modesta Valenti (il nome di una clochard morta di stenti anni fa alla stazione Termini). L’obiettivo della delibera e’ impedire abusi, come le intestazioni di attivita’ economiche presso indirizzi virtuali, e di permettere ai senzatetto di accedere ai servizi decongestionando gli uffici del I Municipio. Per questo, via Modesta Valenti dispone di 15 numeri civici, dall’1 al 15, tanti quanti i Municipi di Roma. Ai 19mila senza fissa dimora della Capitale sono stati quindi concessi due anni di tempo per cambiare il loro indirizzo, pena la cancellazione dall’anagrafe. Tuttavia, la quasi totalita’ degli interessati dal provvedimento non dispone di mezzi d’informazione per venire a conoscenza del loro nuovo obbligo. Il risultato e’ il caos: gli uffici anagrafici di via Petroselli si trovano presi d’assalto da migliaia di ‘disperati’ che non si vedono piu’ recapitare le proprie corrispondenze. Impossibile quindi rinnovare la carta d’identita’, ritirare un eventuale assegno dell’Inps, una tessera elettorale e nemmeno la tessera sanitaria indispensabile per accedere alle cura da parte delle Asl. Inoltre la citta’ di Roma rischia di ritrovarsi con migliaia di senza tetto cancellati dall’anagrafe e, quindi, invisibili o clandestini. Di questo si e’ parlato oggi in commissione capitolina alle Politiche sociali durante la quale e’ stata ascoltata, tra gli altri, la dirigente dell’anagrafe capitolina, Virginia Proverbio. Quest’ultima, ha ribadito quanto un “provvedimento che doveva risolvere un problema in realta’ lo stia aggravando”.

Allo studio dalla commissione invece, le possibili soluzioni, nel medio e nel lungo termine: “L’importante- ha spiegato all’agenzia Dire, la presidente della commissione, Agnese Catini- e’ che si crei una rete tra tutti gli organi interessati: dalla Prefettura a Roma Capitale, fino alle associazioni”. Compito di queste ultime, “creare le condizioni affinche’ i soggetti interessati siano informati sui loro obblighi, con una collaborazione con l’amministrazione che fino ad ora non c’e’ stata”. Infine, probabile nel breve periodo “l’apertura di 3 o 4 stazioni di posta dove poter ritirare la corrispondenza”, con l’obiettivo a lungo termine “di crearne almeno una per municipio utilizzando esclusivamente stabili del Comune”.

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