Nuova inchiesta su Malagrotta, 6 indagati. C’è anche Cerroni

gip Roma:rischio per ambiente,acqua inquinata

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Una nuova inchiesta relativa alla discarica di Malagrotta. È quanto emerge dal sequestro di oltre 190 milioni alla societa’ E.Giovi, che gestisce lo storico sito di smaltimento capitolino chiuso dall’1 ottobre 2013, disposto dal gip Costantino De Robbio su richiesta del pm, Alberto Galanti. Manlio Cerroni, patron del Colari (proprietario della discarica), consorzio attualmente commissariato per interdititva antimafia, e altre cinque persone (tra cui il suo braccio destro, Francesco Rando, e Carmelina Scaglione, attuale rappresentante legale di E. Giovi) sono indagate per traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere sono i reati. Il gip ha disposto anche il sequestro dell’azienda E.Giovi Srl. La somma sequestrata corrisponde “al risparmio di spesa dal 2012 ad oggi per l’omessa” estrazione “del percolato nella misura della minore somma quantificata dal consulente da ritenersi comprensiva – e’ detto nel provvedimento – di ogni successivo reinvestimento o trasformazione e di qualsiasi vantaggio economicamente valutabile nei confronti degli indagati”.

L’indagine e’ scaturita “dagli accertamenti conseguenti alla chiusura della discarica di Malagrotta- si legge nel provvedimento del gip- in cui sono confluiti fino al primo ottobre del 2013” rifiuti e fanghi di depurazione provenienti da Roma, Vaticano, Fiumicino e Ciampino. Anche se l’impianto di smaltimento non e’ piu’ in attivita’ da quasi cinque anni “l’enorme quantita’ di rifiuti da essa contenuti- si legge ancora nel decreto di sequestro- richiede una attivita’ di gestione volta ad evitare che i prodotti della trasformazione e decomposizioni dei rifiuti si disperdano nell’ambiente circostante inquinandolo. In particolare occorre provvedere alla gestione (emungitura)” dei liquidi generati dalla decomposizone dei rifiuti organici. L’estrazione del percolato ha dei costi per l’impresa che gestisce la discarica ma “secondo quanto risulta dalle indagini svolte dalla Procura tali prescrizioni non sono state rispettate e la E.Giovi srl ha fittiziamente dichiarato di avere compiuto le operazioni di emungitura per evitare di sostenere i rilevanti costi delle operazioni”. Il “profitto del reato”, costituito dai mancati costi per l’estrazione del percolato, secondo il pm, “sarebbe stato dirottato – aggiunge il gip – alle societa’ consorzio Colari e Petromarine Italia Srl, appartenenti al medesimo gruppo di societa’ E.Giovi, all’evidente scopo di occultare tali ricavi a chi leggesse il bilancio”.

E’ “evidente che il permanere di questa situazione portera’ senza ombra di dubbio all’aggravamento della situazione di illegittimita’ ed aumentera’ esponenzialmente le conseguenze devastanti per l’ambiente circostante la discarica”. E’ quanto scrive il gip Costantino De Robbio nel decreto di sequestro preventivo di 190 milioni di euro svolto nell’ambito di una nuova inchiesta sulla discarica di Malagrotta. Sotto accusa la mancata estrazione del percolato che “e’ causa dell’inquinamento delle falde acquifere”. Nel provvedimento del gip viene sottolineato che “ancora oggi la societa’ E.Giovi non ha provveduto all’adempimento delle prescrizioni e che la discarica non e’ gestita in modo legittimo tale da impedire il protrarsi della situazione di fuoriuscita del percolato che e’ conseguenza diretta dell’inquinamento dei terreni circostanti”. Per il gip l’accumulo del percolato non estratto “e’ peraltro ormai cosi’ rilevante da essere visibile dall’esterno: dopo avere riempito la camera sottostante la discarica il liquido si e’ accumulato” con rifiuti solidi facendoli “tracimare dalla sommita’ superiore” raggiungendo le strade circostanti”.

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