Il 9 agosto l’assemblea dei soci di Eur spa approvava il bilancio 2017 della società con un utile di oltre 2,5 milioni con grande soddisfazione degli amministratori uscenti, il presidente Roberto Diacetti e l’amministratore delegato Enrico Pazzali.
I quali, bisogna pur dire, nonostante il contenzioso in atto con Condotte, hanno risanato la società. In effetti le centinaia di milioni sborsate per la Nuvola avevano già messo in difficoltà il defunto ad Riccardo Mancini, uomo di fiducia di Alemanno e il presidente Pierluigi Borghini, già sfidante di Rutelli per il centro destra alla poltrona di sindaco, entrambi nominati nel luglio 2009 a dirigere una baracca ricca ma piena di falle, oltre che di progetti ambiziosi mai realizzati come quello del Velodromo.
La Nuvola costa troppo e senza qualche speculazione immobiliare le casse di Eur spa affondano, ecco perché appena nominati nel luglio 2015 Diacetti e Pazzali decidono di vendere qualche gioiello di famiglia a soggetti sempre rigorosamente pubblici.
Il patrimonio immobiliare di Eur spa ammonta a 650 milioni ma la Nuvola di Fuksas, voluta da Veltroni in tempi di vacche grasse, ha sforato i costi oltre ogni previsione di Eur spa per assestarsi sui 467 milioni più un contenzioso in ballo con Condotte per altri 50 milioni circa ancora sub giudice.
Quindi Eur spa vende all’INAIL 4 palazzi storici per 297 milioni, che si tratta pur sempre di una transazione fra soggetti pubblici alle spalle dei contribuenti.
Ma almeno così si salvano i conti e soprattutto nell’ottobre del 2016 viene inaugurata alla grande il capolavoro di Fuksas (strapagato) alla presenza di tutta la Roma che conta e di Virginia che si becca anche qualche fischio.
Certo Diacetti e Pazzali debbono ancora chiudere la questione della concessione dell’Acquario la cui inaugurazione viene rinviata di anno in anno, ma l’hotel delle Lame è stato venduto, riaperto il Luna Park, riattivate le cascate del laghetto, ma soprattutto Diacetti si è inventato quel gran prix della formula E che ad aprile vedrà sfrecciare bolidi elettrici per le strade dell’Eur fra decine di migliaia di spettatori.
Bel colpo per Eur, i vertici della società, il Comune di Roma e la città tutta che si vedrà rinnovare l’iniziativa il prossimo anno.
Ora i lettori sapranno che Eur spa è al 90% del Ministero delle Finanze e per il 10% del Comune di Roma che ai tempi di Mancini che magari si era anche allargato un po’ troppo con qualche assunzione di amici e parenti di amici, ma la danza del risanamento finanziario della società Diacetti e Pazzali l’hanno pure condotta a temine.
Ma è il grande successo anche internazionale della Formula E, che attizza gli appetiti dei 5stelle e di Virginia Raggi che si vogliono intestare l’immagine di una Capitale che, una volta rifiutata la candidatura alle Olimpiadi, si deve pur dare una qualche iniziativa di livello internazionale.
La sindaca capisce al volo il valore mediatico e di immagine della faccenda e tenta di intestarsi l’iniziativa anche per i prossimi.
E qui veniamo al punto delle nuove nomine accompagnate dai relativi soffietti giornalistici più o meno ispirati.
Nella sostanza, fra sussurri e grida, emerge che il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, che già lo scorso anno avrebbe sostenuto Diacetti alla presidenza di Zetema al posto di Ruberti, punti ancora su di lui.
Mentre pare che a quella poltrona Virginia ci vorrebbe una commercialista di sua fiducia.
Certo, quel 10% di quote del Campidoglio pesa molto politicamente e poi la Raggi vanta oggi il sostegno di un governo amico, incarnato dal ministro Tria che non potrebbe certo negare un favore alla sua maggioranza.
Poi, come succede di solito, girano altri nomi di tempi superati, addirittura dell’era di Veltroni o di Gianni Letta che sulle nomine a Roma hanno sempre fatto il bello e cattivo tempo.
Rebus sic stantibus, la partita principale si giocherebbe in gran parte sul nome del presidente, mentre si vocifera che l’ad Pazzali, che sino a qualche mese fa faceva intendere di voler rientrare a Milano da cui proviene, potrebbe restare al suo posto anche per garantire la continuità gestionale.
Comunque anche per la presidenza tutto verrà deciso fra il 6 e l’11 settembre. Da qui ad allora attendiamoci l’impazzare del totonomine che spesso più che per promuovere, serve a bruciare i nomi in lizza.
Giuliano Longo