“Si tratta di capire chi vi sia dietro questo macabro gioco e, soprattutto, se sia stato indotto psicologicamente o obbligato a compiere tale gesto estremo da parte di qualcuno”. Lo scrivono il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Letizia Mocciaro nel decreto di sequestro preventivo d’urgenza relativo ai siti e ai video che ha guardato il ragazzino di 14 anni morto impiccato una settimana fa a Milano. In particolare, l’adolescente ha visto un filmato su ‘cinque sfide pericolosissime’, tra cui l’auto-soffocamento, il cosiddetto ‘blackout’.
“Di questa pratica assurda – scrivono i pm – si era iniziato a parlare dallo scorso mese di febbraio, quando un altro 14enne venne trovato in fin di vita a Tivoli, provincia di Roma, strangolato dal cavo della sua Playstation, poi morto qualche giorno dopo all’ospedale Gemelli”. I pm di Milano hanno aperto da poco un fascicolo per istigazione al suicidio su notizie di stampa pubblicate oggi e che facevano riferimento all’allarme lanciato dai genitori del 14enne morto il 6 settembre.
L’adolescente di Tivoli si era impiccato con il cavo della sua play station, cercando di emulare il gioco del “blackout” per provare il brivido che si sente quando ci si riprende da un arresto cardiaco.
Ricoverato d’urgenza al Gemelli, nel reparto di Terapia intensiva pediatrica, il giovane sembrava fuori pericolo. Ma le lesioni al cervello, procurate dall’assenza prolungata di ossigeno, sono state fatali.
LE INDAGINI
I magistrati chiariscono anche in cosa consista il ‘gioco’: “E’ una sfida in cui bisogna soffocarsi per sperimentare le stesse sensazioni di quando si sta morendo, o l’euforia di quando a 7 mila metri di quota ci si trova senza ossigeno. Come si apprende da notizie di stampa, Igor era a livello 5, un livello molto avanzato, e il gioco, di conseguenza, si era fatto davvero pericoloso. La morte arriva nel giro di dieci minuti circa”. Un’inchiesta sulla morte del giovane climber era stata aperta dal pm di turno, Mauro Clerici, il giorno del suicidio, avvenuto il 6 settembre, senza ipotesi di reato ne’ indagati. Poi, si e’ appreso che anche il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Letizia Mocciaro hanno aperto in modo autonomo un fascicolo ipotizzando il reato di ‘istigazione al suicidio’ e incaricando la Polizia Postale di procedere al sequestro dei siti. “E’ pacifico – si legge nel decreto – che la diffusione telematica su piattaforma internet quale youtube, di file, video o tutorial che inducono a partecipare alla cosiddetta ‘sfida del blackout’ configuri il reato per cui si procede”. Questa “indebita diffusione non sarebbe tecnicamente possibile senza l’operato di tutti quei siti che ospitano sulla propria piattaforma file video e tutorial che inducono a questa macabra pratica del ‘blackout’ i quali definiscono l’ambiente virtuale per la visione di detti video”. Sono siti, sottolineano gli inquirenti, che “si celano spesso dietro server stranieri modificando in continuazione indirizzi e denominazioni, spesso utilizzano ‘registrant name’ di comodo o allocati in luoghi tanto remoti quanto difficili da raggiungere e altrettanto difficile risulta l’individuazione dei titolari effettivi”. In conclusione, per la Procura “l’oscuramento dei siti si pone come unico, ultimo e necessario strumento di contrasto alla diffusione in rete di video, tutorial o messaggi che inducono gli adolescenti a partecipare alla cosiddetta ‘sfida del blackout'”.