Provvidenze Regionali per l’editoria, un bando dai beneficiari già identificabili

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La Regione Lazio, come già pubblicato da Cinque (vedi link), mette a disposizione 1 milione e 300 mila euro per aiutare l’informazione a livello locale, con particolare attenzione alla carta stampata, alle Tv e alle radio locali, il che è buono e giusto perché con due miliardi e mezzo di vecchie lire si può davvero dare una mano.

Tuttavia, scorrendo i requisiti richiesti dal bando, perfetto nella sua formulazione,  pare che  i fruitori di questa piccola manna dell’intervento pubblico (cioè di noi contribuenti) siano già stati predestinati. 

Già perché, a parte le emittenti che dovranno corrispondere a precisi requisiti, pare che la fetta più grossa della torta andrà alle testate cartacee locali che possono vantare giornalisti assunti e auto documentare (sic) le loro tirature, che badate bene, non corrispondono alle vendite, ma alle copie che escono dalle rotative comprese quelle che andranno al macero come copie invendute di ‘resa’. 

Pazienza, quello che conta è che gli articoli pubblicati da queste testate finiscano nelle rassegne stampa mattutine lette si e no dagli abituè dei palazzi. Forse mille addetti ai lavori in tutto.

In verità le provvidenze comprendono anche le agenzie di stampa locali che, per nostra diretta esperienza ci risultano essere ad oggi Omniroma, a rischio di chiusura, e la DIRE. 

Ma c’è di più, perché la cosiddetta stampa locale ha già dei patron privati di tutto rispetto, vediamo nel dettaglio.

Dalla Ciociaria al litorale sud vengono diffuse Ciociaria Oggi e Latina Oggi (un tempo testate di Ciarrapico) che insieme a Il Romanista (salvato mesi fa dopo la chiusura) fanno capo all’imprenditore ciociaro dei rifiuti Lozza.

 Dopo l’arresto del proprietario della testata Casinelli presidente di Federlazio e proprietario di alcune cliniche, da luglio ha chiuso la Provincia di Frosinone   avvantaggiando, “obiettivamente”, le testate di Lozza.

Le quali testate, come linea editoriale, appaiono vicine al presidente Zingaretti e all’ex parlamentare europeo del Pd De Angelis esponente di spicco della nomenklatura ciociara.

A Cassino c’è invece “l’Inchiesta”, schierata con il centro destra,  piuttosto polemica con l’amministrazione Zingaretti e vicina all’ex presidente della Pisana, il forzitaliota Abruzzese, ma con frequenti strizzatine d’occhio alla Lega di Salvini, ormai rampante in tutto il Lazo.

Castelli, litorale e area di Tivoli/Guidonia  sono comunque coperti dalle cronache de Il Messaggero e in minima parte del Tempo, che essendo testate nazionali non crediamo verranno beneficiate dalle provvidenze della Regione. 

Semmai un punto interrogativo riguarda  Corriere di Rieti e il Corriere di Viterbo che fanno capo all’imprenditore delle cliniche private Angelucci che è già proprietario dello Tempo, di Libero  e del Corriere dell’Umbria  da poco diretto dalla prestigiosa firma di Franco Bechis..

Se non andiamo errati, l’unico quotidiano cartaceo territoriale del litorale nord resta la Provincia di Civitavecchia che fa capo ad un editore che si è già cimentato in altre imprese sulla carta stampata.

Insomma, dalle nostre stime sommarie, e considerando che alcune di queste testate non dichiarano tirature e vendite all’ADS che accerta a livello nazionale i dati di diffusione, è grasso che cola se tutte insieme vendono 20mila copie giornaliere nel Lazio.

Ma tant’è, visto che in tutta Italia vengono vendute  si è no 4milioni di copie giornaliere di quotidiani (in calo), comprese quelle on line, mentre Corriere e Repubblica (secondo i dati ads – accertamento diffusione e stampa) stentano ad arrivare alle 300 copie giorno.

Forse alla Cristoforo Colombo fanno finta di non accorgersene ma l’informazione è radicalmente cambiata e oggi passa minuto per minuto sul web in tempo reale anche per le grandi testate. Semmai il problema è la qualità,  la tempestività e la professionalità con le quali centinaia di portali di informazione tentano di contrastare il merdaio delle fake news che impregnano la rete. Un problemino che deve essere sfuggito alle menti che hanno elaborato la legge regionale, forse prigioniere di schemi della vecchia politica, quella delle rassegne stampa.

Ovviamente spezziamo una lancia pro domo nostra (cinquequotidiano.it) ma ci sentiamo di rappresentare quella miriade di portali on line di cronaca locale che nel Lazio (senza far nomi ma ci penseranno i colleghi) vivono stentatamente per mancanza di risorse pubblicitarie.

Orbene, Nicola Zingaretti ha detto recentemente che il Pd dovrebbe essere il primo sul web, evidentemente si riferiva ai social e non ai portali di comunicazione locale, ai quali in verità non prestano nemmeno attenzione i webastuti grillini e i lazioleghisti dell’ultima ora.

Eppure consiglieremmo al competente staff di comunicazione del presidente di fare, fra i vari sondaggi,  una enquire su questi portali locali e di valutare se valgano meno delle 10 copie cartacee diffuse in qualche sperduto paese della Ciociaria o della Sabina. 

Perché, se ci consentite, anche da qui passa la comunicazione dei territori e non solo dai ‘pizzini’ fra addetti ai lavori tramite rassegne stampa mattutina.

Giuliano Longo

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