E’ partita la macchina del congresso del Pd Lazio che portera’ ad eleggere il successore di Fabio Melilli alla segreteria regionale. Nello scorso week-end la direzione del Pd ha approvato il regolamento quadro per l’elezione dei segretari e delle assemblee regionali, dei segretari e delle assemblee provinciali e dei segretari di circolo. A questo punto la palla passa alle direzioni regionali per gli adempimenti di competenza e giovedi’ prossimo si riunira’ quella del Lazio che, tra le altre cose, stabilira’ anche la data delle primarie (si parla di domenica 25 novembre), delle assemblee di circolo (che in caso di 4 o piu’ candidature dovra’ stabilire quali saranno le prime tre che si confronteranno nelle primarie aperte) e della convenzione regionale composta dai delegati eletti nelle assemblee di circolo. Il quadro delle forze in campo, e in alcuni caso quello dei candidati, e’ gia’ chiaro. L’area che fa riferimento al governatore, Nicola Zingaretti, sosterra’ il senatore franceschiniano e campione di preferenze nella provincia di Roma, Bruno Astorre, i ‘giovani turchi’ di Matteo Orfini sono pronti a giocarsi la carta del deputato Claudio Mancini (altro pezzo da novanta del Pd laziale), che avrebbe ricevuto da piu’ parti l’invito a candidarsi, e sta per sciogliere la riserva. Che alla fine sia l’ex assessore al Turismo e Ricerca dell’allora giunta Marrazzo o un’altra figura, la componente orfiniana sembra comunque indirizzata a presentare una candidatura di bandiera.
Ci pensa anche Marianna Madia. I renziani vedono in lei il compimento dell’identikit da contrapporre a quelli che ritengono essere candidati di ‘corrente’ non capaci di unire: donna, personalita’ di spicco e non espressione di un solo pezzo del partito. All’ex ministro della Pubblica amministrazione, entrata in politica grazie a Walter Veltroni, e’ stato proposto di scendere in campo e in questo momento ci sta pensando. Resta alla finestra, per il momento, la componente dei Popolari riconducibile ad Enrico Gasbarra (giovedi’ prossimo avrebbe dovuto partecipare a un evento insieme a Matteo Orfini ma e’ stato rimandato proprio per la convocazione della direzione generale). Nessuna indicazione chiara per ora anche dall’ex premier Paolo Gentiloni. Intanto alla Pisana si vivono momenti di fibrillazione nel gruppo del Pd, in particolare verso il capogruppo Mauro Buschini che ieri, nel corso dell’esame in Aula del Collegato al Bilancio, e’ dovuto intervenire per contenere i ‘danni’ interni prodotti da un emendamento presentato dalla Giunta e approvato riguardo la riforma del Cal (Consiglio Autonomie Locali). Un documento in merito stava per essere presentato in commissione da alcuni consiglieri Pd (in particolare Sara Battisti, Emiliano Minnucci, Eleonora Mattia e Salvatore La Penna, in gran parte appartenenti alla componente di Orfini) che poi lo hanno ritirato al termine di una discussione politica in cui gli sarebbe stata garantita una trattazione piu’ approfondita del tema in un secondo momento. Ieri quando si sono accorti della presentazione dell’emendamento in Aula da parte della Giunta sono andati su tutte le furie ed e’ dovuto intervenire proprio il capogruppo Buschini (ex orfiniano passato di recente con Zingaretti, insieme al suo ‘mentore’ Francesco De Angelis) per cercare di contenere al massimo il loro esodo dall’emiciclo. Questo pero’ non sarebbe bastato a placare gli animi, tanto che nei corridoi della Pisana si comincia gia’ a mormorare di una richiesta di sfiducia nei confronti dello stesso Buschini.