Sono comparsi all’improvviso, volto coperto da maschere e in testa parrucche, passando attraverso il buco praticato nel muro confinante di un garage, ed hanno tentato il colpo grosso in banca. Prendendo subito di mira la guardia giurata, a cui hanno sottratto la pistola d’ordinanza. Ma il malore del direttore della filiale e gli sguardi incuriositi dall’esterno dei passanti in strada li ha indotti alla fuga ripercorrendo la stessa strada, portandosi dietro solo poche manciate di banconote rastrellate da qualche cassa della filiale. Il sogno di arrivare al caveau e’ subito finito. E’ il film della tentata rapina di ieri pomeriggio in una filiale della Banca Popolare di Novara al quartiere Portuense, in piazza Lorenzini, a Roma. I cinque banditi per ora hanno fatto perdere le proprie tracce ma gli investigatori della Squadra Mobile della Questura della capitale, con il supporto dei tecnici della Scientifica e del commissariato San Paolo stanno lavorando alle tracce trovate. A cominciare dalle parrucche ritrovate poco distanti dal garage e sfruttando anche le immagini delle telecamere di zona. e quelli entata rapina nel pomeriggio alla Banca Popolare di Novara nel quartiere Portuense a Roma.
E’ stato appurato che la banda e’ entrata in azione poco dopo le 16, arrivando da via Guerzoni, dove si trova il garage con un muro perimetrale che confina con quello della banca, muro evidentemente fatto di mattoni forati non molto spessi e quindi facile da sfondare. Appena fatta irruzione nella sala dove ci sono gli sportelli al pubblico, i banditi hanno intimato agli impiegati di non muoversi, provvedendo a disarmare la guardia giurata. Ma a quel punto il direttore della filiale si e’ accasciato al suolo, vittima di un malore. Sono seguiti attimi concitati, mentre intanto dall’esterno qualcuno guardava incuriosito attraverso le vetrate. Resisi conto cosi’ che di li’ a poco sarebbero piombate sul posto le forze del’ordine, i banditi hanno preferito abbandonare il piano e darsi alla fuga rifacendo la strada da cui erano arrivati. E a breve distanza dal garage, nelle cui vicinanze avevano quasi sicuramente auto o scooter d’appoggio – e anche per questo gli investigatori fanno affidamento sulle immagini delle telecamere di zona -, e’ stata ritrovata abbandonata l’arma sottratta al vigilante. I banditi hanno preferito liberarsene subito perche’ diversamente sarebbe stata una prova pesante a carico di chi eventualmente ne fosse stato poi trovato in possesso. E’ stato fatto intervenire un elicottero della Polizia di Stato per le ricerche dall’alto, ma a quanto pare senza esito. Gli investigatori della Polizia scientifica hanno preso in consegna le parrucche e le maschere, nella speranza di ricavare il profilo genetico dei banditi attraverso capelli o peli di barba o saliva. E si cerca di risalire al basista: e’ chiaro che qualcuno ha fatto sapere che quella parete divisoria non era affatto un ostacolo insormontabile, anzi era tale da essere abbattuto nel giro di pochi minuti in un normale pomeriggio di lavoro.