Un congresso molto sentito e partecipato, con una parola d’ordine: unità. Con l’intervento di Maurizio Landini si è chiuso il VI congresso della Cgil di Roma e del Lazio a Roma presso il centro congressi di via dei Frentani. Il segretario confederale della CGIL Maurizio Landini ha affrontato la questione della successione di Susanna Camusso alla guida di Corso d’Italia, richiamando alla “chiarezza” e “responsabilita’.
“Troverei singolare – ha detto – lo troverei un capolavoro, se dovessimo dividerci oggi che abbiamo un documento congressuale condiviso al 98%. Confrontarsi rafforza l’unita’, il problema e’ se non e’ sufficientemente chiara la dialettica”. Che in questo congresso avessimo il problema di eleggere un nuovo segretario generale- osserva Landini– non lo abbiamo scoperto una settimana fa, lo abbiamo scoperto quando abbiamo deciso di fare il congresso e di farlo dopo le elezioni.
Ed e’ noto da un po’ che la segretaria generale, che ha tra i suoi diritti, e io credo tra i suoi doveri, quello di indicare una proposta volesse esercitare questo diritto”.
Prosegue: “So che e’ una situazione delicata soprattutto per me ma la proposta a cui ho dato la disponibilita’ non e’ solo la proposta di diventare segretario, c’e’ anche l’idea di un lavoro collegiale e collettivo ed e’ relativo a una serie di impegni su come cambiamo”. Di qui l’appello: “ci si deve confrontare nella chiarezza perche’ se la proposta non va bene bisogna capire perche’ e quale e’ l’altra proposta. Io- conclude- la disponibilita’ l’ho data per realizzare un progetto che abbiamo fatto insieme”. Insomma, “responsabilita’ e trasparenza di dire cosa si pensa e’ la condizione per trovare una sintesi”.