“La Sindaca Raggi sta cosi’ perfezionando il suo lavoro di scaricabarile da riuscire ad applicarlo perfino sul Nichel. E’ il caso della curiosa storia del rotolo di Nichel che e’ stato messo nel Bilancio comunale per un valore di 36 mln di euro. La responsabilita’ di tutto questo viene scaricata sulla nostra amministrazione, ma le cose non stanno esattamente cosi”. E’ quanto dichiara l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
“In realta’ – spiega – la vicenda risale al 2004 quando con un decreto ingiuntivo una societa’ privata e’ riuscita a sequestrare 36 mln dalle casse del Campidoglio per pagare un indennizzo poi dichiarato illegittimo dalla Cassazione. Nel 2011 la stessa societa’ come pegno aggiuntivo e non sostitutivo ha consegnato al Comune il famoso rocchetto di Nichel come pegno aggiuntivo e non sostitutivo per la restituzione delle cifre ingiustamente incassate. Ripeto, un pegno aggiuntivo ma non sostituivo: il che significa che il Comune non ha mai cancellato il debito che la societa’ privata aveva nei suoi confronti e quindi non c’e’ stata nessuna “fregatura” subita da Roma Capitale durante la nostra amministrazione. Ma tutti questi presunti valori non sono mai stati inseriti all’interno del bilancio comunale, fino a quando nel 2018, sotto l’amministrazione Raggi, qualcuno ha avuto la brillante idea di utilizzare il “tesoretto di Nichel” per ipotizzare il finanziamento di alcune opere pubbliche, per altro mai realizzate. Quindi se qualcuno ha rifilato una fregatura alla nostra citta’ quelli non siamo stati noi, ma il tribunale che ha imposto nel 2004 il pagamento di una somma non dovuta. Mentre gli unici che hanno dato per certo il presunto valore del Nichel sono gli attuali responsabili dell’amministrazione capitolina”.