Autonomia, mons Santoro: «Così spacca l’Italia e declassa Roma»

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“L’autonomia differenziata, per come sta andando avanti, lascia molto perplessi. Non e’ di sicuro quel sano regionalismo di cui forse tutti avremmo bisogno e che noi vescovi vediamo in maniera favorevole. Qui il cammino intrapreso e’ fonte di preoccupazione. E’ necessario che i servizi fondamentali siano erogati in maniera uniforme e adeguata in tutte le regioni, altrimenti si potrebbe originare una evidente sperequazione tra Nord e Sud. E questo sarebbe l’inizio del frazionamento del Paese. Si metterebbe inevitabilmente a rischio l’unita’ nazionale dal punto di vista politico”. A lanciare l’allarme e’ monsignor Filippo Santoro, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro e la giustizia, in un’intervista al Messaggero. “Auspico che nei giorni prossimi venga fatta una riflessione per aprire un approfondimento”, sull’autonomia, che “cosi’ come e’, senza aggiustamenti, e’ solo un cammino per spaccare l’Italia. E’ un boccone avvelenato”, dice Santoro. La preoccupazione e’ anche per Roma: “E’ la nostra capitale, un simbolo per tutti. Noi siamo dichiaratamente a favore dell’unita’ nazionale, ma se le regioni finiscono per diventare tante piccole nazioni e non piu’ elementi legati alla fisionomia di un unico corpo, be’, si capisce bene che si sta avviando un processo avverso. Rischioso. Lo stesso vale per lo svuotamento delle sue funzioni. Verrebbe declassata la Capitale. Insomma – conclude Santoro – il pericolo che vedo e’ la tenuta dell’insieme”.

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