Capannelle chiude, via ai licenziamenti. Il comune pagherà 50mila euro al mese per il mantenimento della struttura

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Non sappiamo quanto l’ippodromo storico di Capannelle fosse frequentato dagli appassionati, sappiamo solo che la struttura a ridosso dell’Appia, ha anche un valore storico oltre che architettonico. 

Ebbene, dopo almeno un anno di discussioni infruttuose con i 5stelle che governano in nome della onestà- tà- tà, la struttura chiude.

Pensate un po’, come se l’ippodromo di San Siro chiudesse a Milano. 

Qual è allora il problema? Semplice, il Comune chiede che i costi di affitto da parte del concessionario vengano aumentati di 10, 100 1000, non è ancora chiaro.

L’Hippogroup, che è il concessionario, in una nota scrive, questo è «il risultato che il Comune di Roma ha voluto coscientemente perseguire sin dall’inizio. Per un anno e mezzo siamo stati presi in giro dall’assessore allo Sport, Daniele Frongia, e dal presidente della Commissione Sport, Angelo Diario. Questi due personaggi hanno inscenato un balletto sulla pelle dei lavoratori e degli operatori».

Ora il Comune di Roma, che non riesce nemmeno ad affrontare il problema della monnezza dilagante, si assume la responsabilità di mandare a casa  un migliaio di lavoratori compreso l’indotto, senza contare la sorte degli equini di razza che resteranno in balia della speculazione del mercato ippico. 

Visto che sull’affitto della storica struttura non si è raggiunto un accordo, nelle casse del Campidoglio non solo non entreranno più i soldi del canone di affitto, ma dovrà coprire spese per la sicurezza e la gestione che fanno 50mila al mese. 

Il problema è vecchio e riguarda i lavori di miglioria dell’impianto per decine di milioni sospesi fra il vecchio regolamento per gli impianti sportivi che autorizzava in automatico le migliorie, e il nuovo regolamento dei 5Stelle che lo impedisce.

La concessione a Hippogroup era scaduta nel 2016 e da allora era cominciata l’ammuina fra comunicati trionfalistici dell’assessore Frongia e perplessità del concessionario che da due anni denuncia il mancato raggiungimento dell’accordo.   

A corredo della mancata volontà del Campidoglio di chiudere positivamente la vicenda, Hippogroup cita lo stralcio di un libro pubblicato da Frongia nel 2016, nel quale scriveva  «non sarebbe ora di chiudere il contratto con questa Hippogroup e cercare un nuovo concessionario per Capannelle?». 

Ok, il risultato Frongia l’ha Raggiunto senza chi sia noto ancora chi potrebbe subentrare alla Hippogroup, ma intanto si cacciano 50mila euro di spese al mese che non pagheranno nemmeno gli scommettitori (su cui lo Stato lucra) o gli appassionati, ma noi contribuenti che nemmeno vanno a cavallo.

LA POSIZONE DEL COMUNE

«L’Amministrazione ed Hippogroup, a dispetto dei toni roboanti e minacciosi dell’ultimo comunicato stampa della società, continuano a lavorare e interloquire seriamente e per via ufficiale.

La nota inviata ieri dalla società è ben più conciliante rispetto al comunicato e sottopone all’Amministrazione diversi punti, riportiamo di seguito i principali:

– la società afferma di non essere in grado di superare l’importo di 66.000 €/anno: Roma Capitale ha infatti chiesto 66.000 €/anno in attesa del pronunciamento giudiziale, lo ricordiamo, promosso da Hippogroup;

– la società ha presentato istanza ex art. 22 per l’applicazione delle norme transitorie in materia di concessioni: l’istanza è valida e, tramite il soccorso istruttorio, l’Amministrazione l’ha presa in carico e risponderà a breve;

– la società ha richiesto un canone certo (non a titolo di acconto) e nessun impegno per lavori, a partire dal 1 gennaio 2017 e fino all’indizione del nuovo bando: Roma Capitale non può derogare alla normativa vigente, questa specifica richiesta non è ricevibile.

Stante la evidente e reiterata volontà di Roma Capitale di trovare una soluzione alla questione di Capannelle, così come palesato più volte in tutti questi mesi dalle azioni messe in campo dagli uffici del Dipartimento Sport, si conferma quindi la rinnovata intenzione di accettare ove possibile le proposte della Hippogroup, diffidandola dall’iniziare le procedure di licenziamento e di abbandono dell’impianto come impropriamente dichiarato in queste ore e sollecitandola a riprendere immediatamente le corse».

 

Giuliano Longo

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