Otto giorni per capire che la mozione di sfiducia presentata al sindaco non sarebbe mai stata discussa in Consiglio, che l’attuale maggioranza aveva “altre mire e ambizioni tutte di carattere politico in vista delle prossime elezioni”. Sono state queste le motivazioni che hanno portato ieri sera alle dimissioni di 9 consiglieri decretando nella sostanza la fine dell’esperienza De Angelis alla guida del Comune di Palestrina. Massimo Guerrini (Eccoci Forza Italia), Duilio Braghese ed Enrico Proietti (Palestrina Popolare), Tiziano Stazi e Roberta Cubeddu (Udc), Igino Macchi, Laura Notarnicola e Lino Sabelli (Pd) e Giuseppe Pizziconi (Adesso Noi): da destra a sinistra nove rappresentanti del Comune di Palestrina si esprimono con un giudizio netto contro l’attuale maggioranza. Ai nove lunedì si unirà anche Andrea Saladino del Movimento Cinque Stelle, uno dei promotori della mozione di sfiducia dello scorso 21 febbraio, mai arrivata in Consiglio. Così si decreterà ufficialmente la prossima settimana la fine dell’era De Angelis.
Otto giorni in cui la città attendeva solo la convocazione del Consiglio e invece a sorpresa lo scorso 25 febbraio arriva l’approvazione del bilancio di previsione in giunta. Da quel giorno, tutto precipita e con un atto condiviso di opposizione i dieci decidono di gettare la spugna. A spiegarci come sono andate le cose in queste ore è Massimo Guerrini, un veterano della politica a Palestrina, rappresentante di Eccoci Forza Italia.
«Otto giorni fa dieci consiglieri su sedici hanno chiesto la sfiducia del sindaco – dichiara Massimo Guerrini. Un atto forte e per questo ci aspettavamo una risposta altrettanto seria da parte della maggioranza. Così non è stato. L’Amministrazione non ha preso per nulla in considerazione quella richiesta, anzi ha approvato in giunta il bilancio di previsione, come se nulla fosse. Un documento economico che avrebbe condizionato la politica di Palestrina nell’immediato e per i prossimi tre anni mentre un’intera città è divisa e si attendono nuove elezioni. Con le dimissioni – aggiunge Guerrini – abbiamo deciso di evitare i soliti teatrini di inaugurazioni e tagli del nastro a pochi mesi dal voto. Non potevamo permetterlo. Trovo alquanto raccapricciante – aggiunge Guerrini – il manifesto pubblico con cui l’Amministrazione presenta una serie di provvedimenti per la città. Come se nulla stesse accadendo in Consiglio, che attende una convocazione da oltre tre mesi. Ebbene caro sindaco ci sono le regole della democrazia e noi vogliamo semplicemente farle rispettare. Da tempo il primo cittadino non ha i numeri, in più occasioni ho sollecitato la maggioranza a una presa d’atto e a un’analisi attenta dell’attuale situazione. Siamo arrivati al limite – continua – quasi al paradosso con quel manifesto visto nelle strade. Ora abbiamo restituito la città ai cittadini. Il nuovo commissario porterà a termine tutti gli atti e i provvedimenti in essere. Non c’è assolutamente pericolo che la città si fermi, anche perché più ferma di così è davvero difficile. In questi mesi che ci separano dal voto – conclude Guerrini – un organo super partes saprà gestire al meglio la città e assicurare i principi della democrazia che con questi ultimi atti dell’Amministrazione stavano per venire meno».