Pare semplice proclamare/beffeggiare la triade Dio, Patria, Famiglia, inchiodata in uno dei tanti slogan dal Fascismo. Ma in effetti è complicatissimo, perché l’idea di Dio è proteiforme da tempo a tempo e da Paese a Paese. Ci sentiremmo perfino di dire “di giorno in giorno”.
La stessa inarrestabile mutazione vale per la Patria: koinè linguistica? Modus vivendi? Città stato? Stato di città? Federazione di Stati? E potremmo continuare.
Della Famiglia è poi superfluo dire visto che da tempo Filemone e Bauci (i bucolici anziani perennemente innamorati e narrati da Ovidio), così come Renzo e Lucia si sono accomodati in un assortimento vastissimo di famiglie più o meno allargate e non meno assortite rispetto al genere dei componenti e ai rapporti infra generazionali.
E dunque siccome quei tre concetti, o per meglio dire le realtà cui alludono, non si fanno facilmente congelare, succede che se un deputato del Pd (Monica Cirinnà) sventola un cartello che qualifica “di merda” la vita condotta entro i limiti di quella triade, lei se la sta evidentemente prendendo con la riduzione occasionale sbandierata a suo tempo dal Fascismo.
Ma siccome quella triade per la sua mutevolezza non è riducibile al fascismo, a strapazzarla si rischia di pestare i calli di chi al fascismo non si ispira per nulla, ma si sente nondimeno vitalmente connesso a questo o quel componente della triade, o anche a tutti e tre. Il mondo, ad esempio, è pieno di atei cosmopoliti che mettono la famiglia al centro/base delle proprie scale di valori. Oppure di fervidi credenti in dio, ma senza né patria né famiglia. Per non dire del vasto assortimento celato dietro l’espressione “Dio”.
Sta di fatto che da ieri, almeno su Twitter, è scattata una guerra pacioccona, di quelle che aiutano ad ammazzare le mattine noiose. Per evitarla Cirinnà avrebbe dovuto accompagnare il suo anti-proclama con varie specificazioni. Ma forse non lo ha fatto per la stessa ragione per cui molti sono saltati su senza concederle che ce l’avesse solo con i fascistelli al Governo: solo per ritagliarsi una posizione identitaria entro il PD Arca di Noè prossimo venturo.
Che a noi va benissimo, a patto che nessuno pretenda che Zingaretti, prima ancora di cominciare a raccordarsi –da Segretario- alla società, alla cultura, alle vicende del mondo, si industri a mettere a fuoco la versione “corretta” e condivisa di cosa debba intendersi, nell’anno 2019, per Dio, cosa per Patria, e cosa per Famiglia, ratificate magari a maggioranza qualificata e dopo vari passaggi nei talk show –Giletti e Del Debbio già scaldano i motori- dall’Assemblea Nazionale del PD.
Stefano Balassone
Già nel cda Rai
e vicedirettore di Rai3