Pendolari sull’orlo di una crisi di nervi a Roma. Metro del centro chiuse senza conoscere la data effettiva della riapertura. «La stazione Repubblica – si legge sul sito Dagospia -, forse, il 15 maggio, Barberini e Spagna chissà, tra non meno di due-tre mesi. Il tragitto della metro Termini- Flaminio resterà senza fermate ancora a lungo. L’orizzonte temporale che si sta valutando in Atac prima della riapertura di tre delle principali stazioni, quelle che servono tutto il quadrante del Centro e del Tridente, non è a breve termine».
«Nulla di ufficiale – si legge ancora – ma il precedente della stazione Repubblica non fa ben sperare: chiusa dal 23 ottobre, quando nel crollo di una scala mobile rimasero ferite 24 persone, per lo più tifosi del Cska Mosca, dovrebbe essere riaperta non prima del 15 maggio. L’auspicio, per Barberini (al momento sequestrata dalla procura) e Spagna (bloccata perché lì le scale mobili sono simili a quelle rotte a Barberini) è che si faccia più in fretta. Intanto, però, c’è da fare i conti con la manutenzione degli impianti, quella che finora non ha funzionato e che ha convinto Atac a rescindere il contratto con il consorzio Metroroma scarl che nel 2017 aveva vinto l’appalto con un ribasso del 49,7%».
Il Codacons ha depositato alla Procura della Repubblica di Roma l’annunciato esposto contro Atac in relazione alle chiusure delle stazioni Repubblica, Spagna e Barberini. Una «vicenda gravissima che sta arrecando un danno di immagine immenso alla capitale e disagi enormi ai cittadini, e che configura una vera e propria inadempienza contrattuale da parte dell’azienda». Si legge nell’esposto presentato dal Codacons: «La responsabilità di Atac s.p.a. nei confronti del passeggero ha natura contrattuale, in quanto l’acquisto del biglietto o dell’abbonamento determina la nascita di un rapporto contrattuale, poichè quest’ultimo configura il prezzo pubblico per l’utilizzazione del servizio. In tale relazione contrattuale l’utente si obbliga a pagare il prezzo per l’utilizzo del servizio e Atac si impegna ad eseguire la controprestazione. Nel caso in cui la prestazione oggetto del contratto di viaggio non venga seguita l’utente ha, quindi, diritto a vedersi riconosciuto il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale. Pertanto il rapporto tra utente e Atac s.p.a è regolato dalle norme del contratto di trasporto, un negozio giuridico di natura sinallagmatica che si colloca tra le obbligazioni a prestazioni corrispettive: per il viaggiatore si perfeziona nel momento in cui acquista il biglietto, mentre per il vettore solo nel momento in cui giunge a destinazione. Alla luce di quanto evidenziato e alla natura contrattuale ed extracontrattuale del rapporto che lega gli utenti che hanno acquistato un biglietto o un abbonamento per l’utilizzo del servizio pubblico di trasporto locale della metropolitana, nel caso di specie si è in presenza di una responsabilità di ATAC S.p.a per inadempimento contrattuale e extracontrattuale».
Per tale motivo il Codacons ha presentato un esposto alla Procura chiedendo di estendere le indagini per le possibili fattispecie di Interruzione di pubblico servizio e Truffa aggravata, in relazione alla spesa sostenuta da tutti coloro che acquistano abbonamenti mensili e annuali, i quali si vedono privati del servizio regolarmente pagato. Se proseguirà la chiusura delle 3 stazioni e se l’azienda non disporrà rimborsi in favore degli abbonati, sarà inevitabile una azione collettiva del Codacons contro Atac a tutela di tutti gli utenti della Metro A.
«Se fosse vero che le principali fermate della Metropolitana di Roma rischiano di rimanere chiuse ancora per 3 mesi, – scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi – come dicono indiscrezioni di stampa non smentite da nessuno, ci troveremmo di fronte ad un danno per la Capitale inimmaginabile, economico e d’immagine. Sarebbe un disagio per i romani senza precedenti. Il Governo nazionale, il premier Conte, i vicepremier Salvini e Di Maio, il ministro Toninelli intervengano».
«La fantomatica revoca dell’appalto – prosegue Anzaldi – della manutenzione, che a quanto pare non c’entra nulla con lo stop alle scale mobili deciso dai responsabili degli impianti ora tutti dimissionari, rischia di aggravare ancora di più la situazione. Entrare nel periodo di massima presenza turistica della città, quello tra primavera ed estate, senza le fermate della Metro del Centro storico significa assestare un colpo durissimo agli spostamenti di tutti, rendendo ingestibile il traffico anche alle stazioni più vicine di Flaminio e Lepanto. La sindaca che vola in Qatar invece di dare risposte ai cittadini è la dimostrazione che non e’ assolutamente in grado di gestire la situazione, se ne occupi il Governo», termina Anzaldi.