Centro rifugiati, a Castelnuovo contesa sul nuovo bando

Le cooperative "rosse" si aggiudicano la gara per il Cara ma la prefettura chiede un confronto sull'offerta

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Il CARA, il centro di accoglienza richiedenti asilo, viene aperto il maggio 2008 nella zona industriale di Castelnuovo di Porto e occupa gli spazi della Protezione Civile. Inizialmente il centro impiegava 85 persone divise in tre aree: socio-assistenziale, sanitaria, logistica. I servizi sanitari e di logistica erano gestiti direttamente dalla Croce Rossa, mentre l’equipe socio-assistenziale dipendeva dal CEIS -Centro Italiano di Solidarietà. Il 14 febbraio 2012 la Croce Rossa Italiana lascia l’attività del centro ad una associazione temporanea d’impresa, società che vedeva come capofila la Gepsa, una società francese specializzata che in patria gestisce alcune carceri. Questa riassorbe parte del personale sino allora addetto anche dopo l’intervento delle istituzioni locali. Poco male a fronte di un appalto che vale quasi 11 milioni anno per assistere i circa 650 rifugiati.Una soluzione ovviamente troppo costosa se la Prefettura di Roma nel maggio di quest’anno decide di indire un nuovo bando per l’affidamento triennale (sino al 2016) di tutti i servizi, gara alla quale partecipano alcune cooperative sociali specializzate nel settore, attratte da un businnes di circa 20 milioni in tre anni. Ed è proprio a questo punto che si apre la partita perché la gara viene vinta dalla Eriches, consorzio delle cooperative sociali “rosse”, con un’offerta conveniente, ma che la Prefettura ritiene giocata troppo al ribasso, tanto che il 25 luglio il consorzio viene convocato in successive audizioni sino a quella del 23 settembre prossimo, per ulteriori spiegazioni.La lentezza delle procedure comporta che l’attuale servizio continui ad essere erogato con costi superiori alla offerte pervenute, ma lo scrupolo della pubblica amministrazione richiede i suoi tempi. Il fatto è che se le spiegazioni della Eriches non fossero sufficienti la gara verrebbe aggiudicata al secondo o al terzo concorrente che nel caso specifico sono nell’ordine altre due cooperative sociali: la Auxilium e la GEPSA. Della prima scrissero le cronache nel 2009 in merito ad una inchiesta dell’allora pm di Potenza John Woodcock su presunte irregolarità nell’ apertura di mini centri per i richiedenti asilo allestiti fin dal 2008 per tamponare l’ ondata di sbarchi di immigrati. Al centro delle indagini c’era il centro di Policoro (Basilicata) messo in piedi il 13 settembre 2008 (poi chiuso a dicembre) dalla Auxilium che gestisce il centro di Bari. Certo, 20 milioni garantiscono pane e lavoro a molti, se quindi è comprensibile lo scrupolo della Prefettura che nell’offerta a prezzi stracciati intravede condizioni di lavoro a sottocosto, è anche comprensibile il timore delle coop sociali rosse della nostra regione di vedersi superate proprio in dirittura d’arrivo da una cooperativa di ispirazione cattolica.

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