Ballottaggio a Cerveteri: il Pd locale indica libertà di scelta

Mentre i vertici romano e provinciale del Partito Democratico strizzano l’occhio ai voti di Pascucci. Il segretario Falconi annuncia le sue dimissioni

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articolo di Alberto Sava

Alessio Pascucci ha appena incassato l’invito dei ‘missini’ a votarlo.

Ben diverso è il quadro del circolo del Pd locale, che ha affidato alla nota che segue, l’indicazione di voto espressa dal segretario Maurizio Falconi, il quale contemporaneamente annuncia le proprie dimissioni.

Sugli ultimi due anni della vita del Pd di Cerveteri potremmo scrivere di tutto e di più, ma non servirebbe a nulla se non ad accrescere la divisione tra la dirigenza locale in carica, oggi dimissionaria, e i dirigenti, che lunedì prossimo correranno a Cerveteri per sostenere la dote di ottomila voti, raccolti da Pascucci al primo turno.

Altra considerazione da fare, prima di passare alla nota di Falconi: nel corso di questa campagna elettorale è arrivata nuova linfa nel Pd locale e sono tutti pronti a far ripartire il circolo di viale Manzoni. In politica conta la strategia, e alle elezioni contano i voti: è da questo binomio che il circolo locale è già ripartito.

La nota del segretario Maurizio Falconi parte dell’analisi del voto:

“Inutile girarci intorno: non abbiamo raggiunto risultato elettorale prefissatoci. Eppure non abbiamo nulla da recriminare rispetto alle tante battaglie fatte in questi anni, tantomeno per la squadra e il programma messi in campo in queste elezioni. Abbiamo forse fatto male ad opporci alle tante scelte sbagliate dell’amministrazione uscente, alle pressioni dall’alto, o a difendere le nostre idee? Assolutamente no, perchè se la bontà di una scelta politica dipendesse solo dal consenso elettorale, allora dovremmo rinnegare gran parte della nostra storia di sinistra. Né si può dire che il dissenso verso il governo Pascucci sia stato solo un nostro capriccio. Basti pensare che addirittura il 30% dei voti presi dalla sua coalizione derivano da realtà che fino a pochi mesi fa lo criticavano fortemente, chi parlando di “fallimento”, chi addirittura raccogliendo le firme per mandarlo a casa. Le ragioni del risultato elettorale sono quindi da ricercare soprattutto altrove. Dobbiamo ammettere che il Partito Democratico ha commesso molti errori. È stato un errore nostro dare l’impressione che lo scontro fosse solo sulla persona e non, come invece era e doveva restare, sui temi politici; è stato un errore del provinciale tenere il partito ingessato troppo a lungo e proprio nell’anno precedente alle elezioni; è stato poi un errore di tutti riversare in piazza discussioni fratricide, che invece sarebbero dovute rimanere entro i confini del partito per uscire solo dopo una sintesi condivisa.

Indicazione di voto al ballottaggio

Proprio in merito al ballottaggio, è opportuno ricordare che il Partito Democratico è distinto e distante dalle forze di destra che sostengono la Belardinelli. Nulla da dire sulla persona, professionista seria e competente, ma noi rivendichiamo con forza e orgoglio le nostre idee e i nostri valori di sinistra e quindi la profonda distanza da tutte le forze di destra. Allo stesso tempo però, per quanto il Pd resti ovviamente più organico ad un ambito di centrosinistra (dove non è escluso che presto si possa tornare ad un confronto più sereno e costruttivo), siamo anche distanti da certe derive populiste. Per queste considerazioni il Pd non esprime un’indicazione di voto, ma invita tutti i propri elettori e simpatizzanti ad andare comunque a votare e a fare una scelta libera e secondo coscienza.

Rilancio del partito

Subito dopo il voto, assorbita la delusione per la sconfitta, il Partito Democratico dovrà ripartire per svolgere con diligenza e responsabilità il ruolo che gli hanno assegnato i cittadini con il voto. Ripartiamo da quei mille cittadini che hanno compreso e condiviso la nostra battaglia politica. Ripartiamo dalle tante persone che si sono avvicinate al partito e che hanno lavorato insieme a noi nella costruzione di questa dura campagna elettorale. Se vogliamo fare un buon servizio alle idee che rappresentiamo dobbiamo avere il coraggio di aprire il partito a queste forze nuove. Nessuno si permetta però di trasformare il Pd in terra di conquista per ulteriori giochi di potere. Restino fuori i traditori già espulsi, e restino fuori anche le tessere fasulle e tutti quelli che hanno sostenuto apertamente i nostri avversari, violando in questo modo uno dei primi e più importanti doveri di ogni iscritto, sancito dallo Statuto: ossia quello di dover sostenere, votare e far votare per il Pd, non certo per altri. Con questa premessa comunico che rassegnerò le dimissioni da Segretario all’assemblea secondo le norme statutarie”.

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