I cittadini possono risparmiare l’acqua, ma Acea ha il dovere di trovare soluzioni

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Di fronte all’emergenza idrica dovuta alla siccità cominciano a circolare i decaloghi per risparmiare l’acqua potabile. Pratica in sè buona e giusta che hanno da tempo adottato le popolazioni di molte aree del Mezzogiorno da decenni alle prese con questo problema grazie anche alle reti idriche colabrodo.

Il problema esplode ora anche nel Lazio, che si va sempre più meridonalizzando e soprattutto a Roma, nonostante la sindaca Grillina di Anguillara avesse già messo in allerta Virginia Raggi (che ci risulta sindaca anche della Città Metropolitana) sulla gravissima situazione del lago di Bracciano.

Oggi molti, anche a scopi politici, puntano il dito accusatore contro Acea e le sue Ato, che subito minaccia la sospensione dell’erogazione idrica di 8 ore per la Capitale che peraltro ha a che fare con l’afflusso turistico che ne incrementa notevolmente la popolazione.

In attesa del solito tavolo dal quale qualche coniglio verrà pure tirato fuori dal cilindro,  Virginia balbetta come se non fosse la maggiora azionista della multiutility alla quale, peraltro, per prima cosa ha rimesso mano ai vertici della società che oggi si difendono minacciando misure drastiche e forse giustificabili.

Nel frattempo parla, anzi scrive sul medium principe dei grillini, Facebook, Pinuccia Montanari, Assessore alla Sostenibilità Ambientale che provenendo, se non andiamo errati, da Genova e Reggio Emilia per la prima volta si trova ad affrontare una emergenza di queste dimensioni.  

«Per affrontare l’emergenza idrica – scrive – Roma sta già facendo la sua parte, investendo, dopo decenni, sulla manutenzione delle reti» come se Acea l’avessero inventata, anzi riscoperta i 5stelle che tutto risanano e nulla combinano. Poi ci dice che l’uso razionale dell’acqua (rigorosamente pubblica, ricordate il referendum del 2011 ‘acqua bene comune’) è il problema che dobbiamo porci per il futuro, magari, diciamo noi, anche con una certa urgenza vista la situazione.

Poi l’assessora dei rifiuti zero e del relativo piano che troverà compimento da qui a 3 o 4 anni ci rivela che «c’è acqua nascosta in ogni atto di consumo. Ad esempio, per produrre un bistecca servono 4mila litri d’acqua e riciclare carta ed altri materiali fa risparmiare acqua nei processi industriali» facendo così gorgogliare di gioia i vegani ed evitandoci in futuro gli acidi urici, salvo far fallire gli allevamenti.

Poi ci consiglia (e qui ha ragioni da vendere) che anche nelle case si può usare meglio l’acqua con pochi piccoli accorgimenti». Segue il decalogo per il risparmio idrico: «controlla i rubinetti; utilizza rubinetti con un dispositivo per il risparmio idrico; fai la doccia anziché il bagno (si può risparmiare fino a 120 litri per bagno); non far scorrere l’acqua per lavare i denti o raderti; preferisci lo sciacquone a scarico differenziato (mezzo scarico); per lavatrice e lavastoviglie usa il ciclo economico; innaffia le piante di sera quando il sole è calato; scegli sistemi di irrigazione a micro pioggia programmabili; innaffia le piante con acqua già usata per lavare frutta e verdura; segnala subito perdite e guasti al numero verde 800130335».

Ad essere sinceri si tratta di misure, che altri Paesi pur non avendo problemi di siccità “mediterranea”, stanno adottando. Per tutti ricorderemo il suggerimento drastico dell’ex sindaco di Londra Ken il Rosso che anni fa suggeriva ai cittadini di non usare gli sciacquoni per ogni minzione.

Ma fuori dagli aneddoti il problema esiste anche in funzione dei mutamenti climatici dell’ultimo decennio. Acea, società quotata in borsa, non manca di risorse finanziarie e di elevatissime competenze tecniche, quindi è l’azienda che deve dare delle risposte e suggerire delle soluzioni a medio termine. Contestare la decisione di Zingaretti magari anche ricorrendo al Tar (come si paventa), è una non risposta che potrebbe denotare una oggettiva debolezza o un grave ritardo nell’affrontare il problema delle dispersioni della rete idrica.

Quindi si chiudano pure i nasoni, si eviti di mangiar carne, si faccia un uso oculato degli sciacquoni, ma non si dimentiche che oggi l’acqua, bene comune o meno, è il business del secolo e chi questo business lo fa deve rispondere alla collettività e non alla Borsa.

Giuliano Longo 

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