Legambiente chiede al Governo e alle Regioni di posticipare di un mese l’apertura della caccia, prevista all’inizio di settembre, per via dell’eccezionalità della situazione determinata dall’assenza prolungata di precipitazioni, da temperature sopra la media e da numerosi incendi boschivi in vaste aree del nostro Paese.
L’associazione ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, ai ministri dell’Ambiente e per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Luca Galletti e Maurizio Martina e ai presidenti di Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto.
Nel ricordare come l’esercizio dell’attività venatoria sia consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, la presidente di Legambiente Rossella Muroni sottolinea come la gravità dalla situazione che ha spinto le Regioni a chiedere lo stato di calamità pesi anche sulla sopravvivenza degli animali selvatici. Invita, quindi, le amministrazioni pubbliche, evidenziandone le responsabilità condivise, a deliberare il posticipo della stagione venatoria al 1 ottobre su tutto il territorio nazionale e ad attivare nel contempo un’azione forte e capillare di contrasto al bracconaggio.