Giovanni Ardita affonda su ‘Piazza Grando’: ecco la sua intervista

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Oggi intervistiamo l’esponente di Fratelli d’Italia Giovanni Ardita, il quale nel 2007, con 689 voti, fu il consigliere più votato in assoluto dalla nascita del Comune autonomo di Ladispoli, nel 1970. Per alcuni giorni il consigliere di centrodestra è finito sulla graticola per aver messo sotto accusa i presunti autori di un furto, legandolo alla loro etnia. Un assist che i ‘pasdaran’ locali del politically correct non si sono certo lasciati sfuggire.

Una sua reazione ‘a caldo’ sui presunti autori di un furto a Ladispoli ha provocato una dura reazione del Sindaco, che ha preso le distanze dalla sua dichiarazione. Come replica a Grando?

Nessuna replica al sindaco Grando, sicuramente impegnato nelle mille difficoltà amministrative che ha ereditato. Mi spiace se qualcuno ha strumentalizzato le mie parole, non volevo sicuramente offendere la comunità rumena. Subito dopo aver appreso la notizia del furto e delle specificità, nel corso di una intervista a caldo, preso dalla rabbia per l’accaduto, sono stato forse imprudente. Sono molto preoccupato per la situazione criminalità e sicurezza a Ladispoli. Gli ultimi due furti sono avvenuti in realtà sociali ed abitative particolari, e gli autori si sono abbandonati ad un saccheggio tanto violento, quanto inutile. Anticipo che la questione sicurezza del nostro territorio sarà portata in Parlamento, dove a breve sarà presentata un’interrogazione parlamentare per richiedere il potenziamento delle forze di polizia.

Piazza Grande, uno stop e una frenata?

In una battuta, ho già suggerito alle due parti di trovare un accordo cambiando la denominazione del progetto, chiamandolo “Piazza Grando”. In realtà non è così semplice. Nella veste di Presidente della Commissione Urbanistica devo ancora leggere gli atti e, non avendo partecipato alla legislatura ‘2007-2012’, durante la quale sono stati approvati, non ne conosco neanche a sufficienza il contenuto. Purtroppo esprimo un giudizio molto negativo su molti di questi Piani Integrati. Hanno soprattutto disatteso la contropartita per la città. Nel riconoscere più cubatura ad un imprenditore, bisogna nello stesso tempo garantire in cambio una vera struttura pubblica per la città. In altri comuni come Capalbio, è vero hanno messo in atto i Piani Integrati, ma in questi termini: il costruttore prima costruisce la struttura pubblica per la città e poi le sue case nel residenziale.

Il Centrodestra è tornato alla guida del Comune dopo un dominio di 20 anni del centrosinistra, a guida Pd. Quanto hanno lasciato di buono i sindaci Ciogli e Paliotta?

Ciogli non è stato certo un cattivo sindaco. Obbiettivamente, con il rifacimento del lungomare, di viale Italia e di nuove scuole, sono state realizzate buone cose. Diciamo che con lui si è visto più amore per la città, un dialogo nell’interesse della collettività, molti problemi della sicurezza stradale e dei trasporti si sono risolti. In sinergia anche con Istituzioni regionali e nazionali di diverso orientamento politico rispetto al suo, è stato realizzato il cavalcavia di palo ed il potenziamento dei treni, nonché la realizzazione del poliambulatorio. Paliotta? Un uomo di cultura. I suoi dieci anni? Tanto rumore per nulla.

Cosa invece è tutto da rifare?

E’ tutta da rifare la macchina amministrativa. come prima cosa manca un URP, ed un semplice ufficio passi per i visitatori. Partiamo da qua. Un altro passo avanti è dato dal miglioramento dell’informatizzazione e della trasparenza della Pubblica Amministrazione. È importante completare il processo della dematerializzazione documentale, ed il protocollo informatico va perfezionato. Dove possiamo recuperare i soldi? Il sindaco Grando ha iniziato tagliando tutti gli sprechi della precedente amministrazione: contratti di servizio disattesi, cooperative che non svolgono il loro lavoro, eliminazione di affitti di comodo. Un recupero di risorse da reinvestire nel sociale, nella cultura, nello sport. Edilizia popolare: non si programma e non si costruisce una casa popolare a Ladispoli dal lontano 1985. Si deve portare a termine il porto turistico, che deve rappresentare la riqualificazione di Porto Pidocchio, con il proseguo della passeggiata del lungomare, che diverrà una vera attrazione per i turisti ed uno sviluppo commerciale verso il mare. Il Castellaccio dei Monteroni dovrà tornare ad essere gestito dal comune di Ladispoli. Per i giovani bisogna realizzare nuove impianti sportivi, completare il nuovo campo di calcio con la copertura della tribuna ed un piccolo divisorio tra le due tifoserie. Ma ritengo ancora più ambizioso il progetto di un nuovo stadio di calcio, abilitato anche con il rugby, e con una pista di atletica a norma, con gli otto anelli, per dare una risposta al mondo dell’atletica ladispolana che attende una pista da cinquant’anni.

Un suo commento a consuntivo del voto siciliano e una previsione sugli appuntamenti elettorali politici e regionali.

Nello Musumeci l’ho conosciuto anni fa: persona molto distinta e capace, e sono convinto che farà bene perché ama la sua terra. La Sicilia è una terra stupenda, terra d’origine di tutta la mia famiglia. Ci torno spesso con piacere.

Quale futuro per Torre Flavia? 

Torre Flavia deve tornare a splendere, per il turismo, per il commercio e per quel parco monumentale che ha rappresentato una bellezza particolare, scelta per tanti set cinematografici. Quest’estate le attività turistiche di Ladispoli hanno risentito dell’assenza dei quasi tremila campeggisti che sostenevano l’economia stagionale. Sono certo che la riqualificazione dell’area di Torre Flavia è tra le priorità dell’amministrazione Grando, e che sarà presa in considerazione la mozione che ho presentato di recente in Consiglio comunale. Proprio a sostegno di quel rilancio è necessario un intervento urbanistico che comprenda tutta l’area, sempre rispettando i vincoli ambientali e della palude. Un sogno nel cassetto ce l’ho ed è stato ben accolto: realizzare dall’ingresso della strada fino ad arrivare alla Torre un percorso per i diversamente abili, che li possa far accedere al mare ed alla spiaggia, e per godersi quella natura e quel paradiso. Questo rappresenterebbe il primo accesso al mare tra Ladispoli e Cerveteri.

Alberto Sava

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