Sono stati circa 6.000 gli elettori che hanno partecipato alle primarie del Pd per scegliere i candidati alla presidenza del III e dell’VIII municipio che andranno al voto il 10 giugno. Le primarie di sabato hanno visto trionfare due candidati non strettamente di partito, nel III Giovanni Caudo ex assessore all’Urbanistica con Ignazio Marino, mentre nell’VIII ha vinto Amedeo Ciaccheri che dalla Garbatella aveva lanciato la sua campagna elettorale con largo anticipo.
A Montesacro sono stati solo 84 su 2411 i voti per Antonio Comito dei Verdi, mentre Caudo ha raggiunto 1371 preferenze, superando Paola Ilari, candidata ufficiale Pd, di 424 schede.
Sulla stessa “linea civica”, alla Garbatella dove i partecipanti al voto sono stati circa 3.600, ha vinto Ciaccheri contro Enzo Foschi già consigliere comunale, regionale e per qualche tempo, capo della segreteria di Marino.
Veniamo agli altri partiti. Nel III municipio la candidata grillina è l’ex minisindaca Roberta Capoccioni, che non avendo più la maggioranza è caduta due mesi fa. Nell’VIII, dove Paolo Pace (poi passato a Fdi) aveva abbandonato un anno fa, le “primarie 5S”sono state un luminoso esempio di partecipazione popolare perché il nome di Enrico Lupardini è stato scelto per alzata di mano da 19 tra attivisti ed ex consiglieri.
Il centrodestra, fra un tavolo e l’altro di incontri, deve ancora decidere i suoi candidati anche se trapelano i nomi per l’VIII Municipio Alessio Scimè (Fdl) e Simone Foglio (Fi), mentre per il III sono in lizza il coordinatore municipale Francesco Filini o l’ex consigliere Vincenzo Di Giamberardino, già candidato presidente nel 2016.
Tuttavia pare che anche gli uomini di Salvini comincino a battere i piedi, quindi non è escluso che salti fuori anche il nome di un leghista dell’ultima ora visto che i neofiti di questa formazione sono volti noti che promanano addirittura da Alemanno.
Sotto il profilo politico va segnalato che la designazione Di Caudo e Ciacchieri è uno schiaffo all’attuale dirigenza del Pd romano rappresentata dal giovane segretario Casu, appendice della discussa gestione commissariale di Matteo Orfini, che con la Ilari e Foschi aveva sostanzialmente designato uomini di apparato. Situazione che fa dire al deputato Roberto Morassut “il Pd così com’è non regge più” anche se forse sarebbe meglio dire cha a non reggere più è palesemente il gruppo dirigente del Pd romano.
Peraltro con una base, o quello che ne resta, in subbuglio anche per la doppia poltrona del senatore Giachetti e della consigliera regionale Di Biase che la poltrona in aula Giulio Cesare non la mollano. Dalla serie: il Pd può pure non reggere, ma le posizioni di potere si,eccome!
Giuliano Longo