Palestrina, febbre alta da voto: così è scoppiata la crisi

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Febbre alta da voto a Palestrina in vista delle prossime elezioni. A meno di 5 mesi dalle urne, il governo della città ripiomba in una crisi profonda e irreversibile che rischia di scompaginare davvero gli equilibri della prossima campagna elettorale. Per rimanere  nella “metafora medica”, erano diventati troppo forti i mal di pancia all’interno della maggioranza.

Nei giorni scorsi il primo cittadino ha deciso di azzerare la giunta defenestrando per primo il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Manuel Magliocchetti. Il pretesto lo avrebbe fornito un video, peraltro mai reso pubblico, girato da alcuni ragazzi di Palestrina all’interno del cimitero dopo una presunta autorizzazione, informale e dunque non scritta, di Magliocchetti. Scoppia il finimondo sui social, i blog e i giornali locali, si parla di “sacrilegio e profanazione” manco fossimo a carnevale o a Scherzi a parte.

Lo scherzo invece lo ha fatto poi il sindaco Adolfo De Angelis al suo vice e a tutta la maggioranza portando il governo della città a una nuova crisi. L’Amministrazione prenestina in carica non è nuova infatti a squilibri politici: i più attenti ricorderanno l’addio dell’assesore Innocenti prima e poi quello di Cilia, che ha portato con sé anche l’abbandono del gruppo Udc. A conti fatti oggi con l’espulsione di Magliocchetti e la conseguente uscita di Palestrina Popolare, il sindaco avrebbe dalla parte sua solo 6 consiglieri contro gli 8 dell’opposizione.

Gli “analisti”, tra le chiacchiere del bar, vedono in questa divisione già una composizione delle prossime liste. Tradimenti, saltimbanco, manie di protagonismo di alcuni: insomma siamo alle solite anche in una città come Palestrina. Fuori dai pettegolezzi nelle stanze di palazzo Verzetti si attende invece la convocazione del prossimo Consiglio per capire se c’è la volontà di andare avanti oppure salutare l’arrivo di un nuovo commissario che gestirà la macchina amministrativa fino alla prossima primavera. L’impressione è che il  “panettone”, appuntamento ormai classico della politica locale, il sindaco non lo “mangerà” in Comune. La verità è che siamo già in campagna elettorale e quindi si aprono i sondaggi: chi mangerà allora la colomba pasquale?

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