25 novembre ore 18.30
SQUALIFICATI
di Pere Riera
traduzione di Inés Rodríguez e Joan Negrié
con Stefania Rocca, Andrea de Goyzueta e Fabrizio Vona
regia Luciano Melchionna
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2018
La giornalista più prestigiosa del paese affronta l’intervista più difficile della sua carriera: un faccia a faccia con il Presidente del governo, presumibilmente coinvolto in un crimine aberrante. L’astuto segretario stampa del presidente farà tutto il possibile per convincere l’intervistatrice a dubitare di se stessa. Conosceremo finalmente la verità?
“Tener duro e non perdere la calma.”
“E neanche la Dignità.” (se possibile)
“Questa è la chiave.”
Note di regia
Un gioco raffinato, una partita a scacchi esclusivamente tra re, cavaliere e torre avversaria tra declinazioni di potere, strategie prive di scrupoli e il giudizio calato dall’alto, con chirurgico e amabile cinismo, da parte di chi afferma sia impossibile sporcarsi le mani. Il tutto condito da accuse di molestie, ambiguità, rovesciamento delle dinamiche e dei ruoli, ricatti e amletiche scelte tra carriera e famiglia. La politica e i mass media a confronto: chi si salverà?
Chi riuscirà a dimostrare o a far credere di essere immacolato?
Dov’è il male, dov’è il bene in questa giungla ormai priva di riferimenti e valori, dove l’unico criterio valido, tra scivolate e colpi bassi è la selezione naturale e dove la sopravvivenza dei prescelti è delegata a qualche voto in più e allo share?
Come riuscire a portare a termine la partita e magari vincere onestamente, senza per forza finire nella categoria ‘onnivora’ degli “squalificati”?
Ai posteri l’ardua sentenza? No.
Sta a noi, qui e ora, scegliere di ricominciare a rispettare le regole, così da non sentirci per il resto della vita dei bluff. Collusi oltretutto. Vittime e carnefici di se stessi, prima di tutto.
9 dicembre ore 18.30
MISERIA&NOBILTÀ
dal testo di Eduardo Scarpetta
regia Michele Sinisi
scritto con Francesco Maria Asselta
con Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’addario, Bruno Ricci, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele Sinisi
scene Federico Biancalani
direzione tecnica Rossano Siragusano
costumi GdF Studio
Assistente ai costumi Arman Avetikyan
Aiuto regia Domenico Ingenito, Roberta Rosignoli
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
Miseria&Nobiltà spettacolo finalista premio Hystrio Twister 2016
Michele Sinisi premio ANCT – premio della critica 2016
Tratto dal testo di Eduardo Scarpetta e reso celebre dal film del ‘54 di Mattoli con Totò, Miseria&Nobiltà è uno dei classici della tradizione napoletana e italiana.
Reinterpretando nuovamente un vero e proprio mito della modernità, Michele Sinisi ci racconta una storia tipicamente italiana, capace di essere attuale e autentica sia dentro che fuori la scena.
La vicenda, ormai nota, è quella di un povero squattrinato che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia.
Lo scrivano Felice Sciosciammocca e il suo amico Pasquale sono due poveracci che vivono alla giornata. Senza uno spicciolo in tasca e affamati, i due amici e le loro famiglie vengono ingaggiati dal marchesino Eugenio perché si fingano suoi nobili parenti presso la casa del futuro suocero, un cuoco arricchito, con lo scopo di strappare il consenso al matrimonio. Colpi di scena ed equivoci renderanno le cose più complicate e nulla andrà secondo i piani.
Nella messa in scena di Sinisi, la farsa di Scarpetta si libera dalla parlata napoletana e con l’uso di diversi dialetti gioca a rappresentare realtà e finzione facendo leva sulle suggestioni evocate da questo testo. La scena volutamente scarna e cupa della prima parte con i suoi personaggi in tuta, magliette usurate e leggins, lascia spazio alla sorpresa dell’allestimento del secondo tempo, pensato dallo scenografo Federico Biancalani con sfarzo solo apparente, dove un lampadario a prima vista sontuoso si rivela poi fatto di cucchiai e mestoli.
Come una canzone pop il cui ritornello potrebbe essere ripetuto all’unisono da tutta la platea, i dialoghi e le scene di Miseria&Nobiltà sono un vero e proprio collante sociale, la ripetizione di un rito collettivo che unisce e diverte. Questo avviene senza dimenticare il lascito del cinema e la potenza espressiva che questo veicola, il grande schermo bianco che compare in scena ne è la prova più efficace. Si aderisce all’originale sì, ma tradendolo continuamente, in un gioco continuo di partiture teatrali.
Miseria&Nobiltà ritorna a quel testo del 1888 solo riscoprendosi rito nell’oggi con una straordinaria squadra di attori che s’impossessano della scena. Dice Sciosciammocca nell’ultimissima battura della storia “Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento.” Miseria&Nobiltà del mestiere del vivere recitando.
13 gennaio ore 18.30
SYRIA
PERCHÉ NON CANTI PIÚ…
concerto-spettacolo per GABRIELLA FERRI
Ideato da Pino Strabioli e Cecilia Syria Cipressi
Con la supervisione di Seva, figlio di Gabriella
Direzione musicale Davide Ferrario e Massimo Germini
Costumi Lori Girgenti/Cecilia Syria Cipressi
Produzione Mauro Diazzi
Da una valigia rossa è nato un libro-album dove ho raccolto scritti, disegni, appunti, scarabocchi, lettere e pensieri di Gabriella.
Quella valigia mi è stata data da suo marito e da suo figlio.
In quella valigia ho rovistato per intere notti e interi giorni, accatastati, sparsi, mischiati c’erano e ci sono ancora fogli di carta colorati e in bianco e nero.
Ho incontrato Syria in un ristorante di Trastevere e mi ha dichiarato la sua passione per Gabriella.
Abbiamo pensato di provare ad aprirla insieme quella valigia per farla diventare suono e voce.
Stiamo sparpagliando le note e le canzoni che Gabriella amava di più e le stiamo mischiando ai suoi pensieri.
Sarà un cantare recitando o un recitar cantando.
Un concerto, un racconto.
In molti me l’hanno chiesta in prestito quella valigia rossa, l’ho sempre tenuta stretta.
Syria ha nella voce e nel cuore quei pezzetti di Roma che sapranno dove portarla, dove aprirla, dove lasciarla cantare e raccontare.
Buon viaggio.
Pino Strabioli
3 febbraio ore 18.30
Alessandro Benvenuti
L’AVARO
di Molière
adattamento e regia di Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti
produzione ARCA AZZURRA TEATRO, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di San Casciano V.P.
Amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità… L’avaro molieriano riesce a essere un classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni.
Dopo il successo del nostro “Malato Immaginario” – votato dal pubblico dei teatri toscani, come miglior spettacolo della stagione 2014-15 – scegliamo ancora una volta Molière, ancora una volta nell’adattamento sempre rispettoso e spesso illuminante di Ugo Chiti, e aggiungiamo, nella parte del protagonista Arpagone, la grande cifra attoriale di Alessandro Benvenuti, al quale ci legano, oltre che una solida amicizia di lunga data, esperienze comuni di grandissimo spessore e successo quali il Nero Cardinale e una sempre più intensa attività di produzione dei suoi spettacoli.
Con questo lavoro Ugo Chiti riprende il ricco filone di riscritture di classici per Arca Azzurra che ha visto messe in scena di grande impatto e di straordinario successo a partire dai due testi tratti dal Decameron di Boccaccio, fino alla Clizia Machiavelliana, e ai testi su l’Amleto e la Genesi, lavori che costituiscono vere e proprie punte di diamante nella storia della compagnia.
Chiti innesta le vicende dei grandi classici nel linguaggio, forte, crudo, e a volte comicissimo che gli è proprio e che diventa tutt’uno con le sue regie, scavando al fondo delle psicologie dei personaggi anche grazie alla assoluta corrispondenza dell’uso che fa della parola teatrale con il procedere delle sue messe in scena, del suo lavoro con gli attori, da quelli che hanno con lui una storia ormai più che trentennale ai giovani che di volta in volta sceglie per i suoi personaggi e che sa inserire mirabilmente in questo contesto di forte conoscenza e solidarietà tutta teatrale tipica dell’Arca Azzurra.
E anche nel caso di questo Avaro molieriano, anche grazie all’apporto del “primattore” Benvenuti, pur seguendo con grandissimo rispetto la vicenda, i tempi e la lettera del grande classico, il testo della riscrittura si plasma e si radica nel corpo degli attori della compagnia che del lavoro con il loro dramaturg fanno ancora la principale e la più intensa delle loro esperienze.
9 marzo ore 21
BOOMERANG
Testo e regia di Angelo Longoni
con in o.a. Roberto Ciufoli, Simone Colombari, Eleonora Ivone, Amanda Sandrelli
produzione Pragma
Un casale in campagna.
I componenti di una famiglia bloccati a causa di una grande nevicata.
Due giorni in attesa di poter celebrare il funerale del padre patriarca.
Il passato che riemerge attraverso inattesi e comici scontri.
Una storia che affronta temi attuali e toccanti attraverso le contraddizioni dell’essere umano.
I segreti, le parole o le azioni del passato a volte ritornano minacciosi, proprio come un boomerang scagliato molto tempo prima e gli effetti dannosi innescati diventano reali nel presente. Ciò vale ancora di più quando questi effetti riguardano la principale istituzione della nostra società borghese: la famiglia.
Boomerang è una commedia divertente e scorretta che si svolge durante una veglia funebre forzata e prolungata e che va a colpire gli stereotipi del perbenismo famigliare sfociando in un caos irriverente tipico della black comedy.
I componenti della famiglia sono tutti portatori di un problema che confligge con i problemi e con le necessità degli altri e ognuno di loro ha un interesse derivante dalla dipartita dell’anziano padre. Così si confondono interessi economici e sentimentali, rancori dell’infanzia con segreti attuali, tradimenti e bugie, affetti e insofferenze.
La famiglia diventa così molto simile al paese in cui viviamo, i difetti del microcosmo sono metaforicamente estendibili a quelli della società, e l’individualismo prende il sopravvento sul bene comune.
ABBONAMENTO A TURNO FISSO (5 SPETTACOLI)
INTERO € 60,00 RIDOTTO € 50,00
BIGLIETTI:
PLATEA INTERO € 18,00 + 2,00 prev. RIDOTTO € 15,00 + 1,50 prev.
GALLERIA INTERO € 16,00 + 1,50 prev. RIDOTTO € 13,00 + 1,00 prev.
Teatro Vittorio Veneto
Via Artigianato 47 – Colleferro (Rm)
Biglietteria del teatro: GIOVEDI’ – VENERDI’ – SABATO dalle ore 16 alle ore 20
TEL. 069781015 – 06 97203202
E-MAIL: teatrocomunalecolleferro@gmail.com