Roberto Morassut (Pd) che aveva già presentato qualche anno fa una proposta di legge in merito, ritorna con un commento sul suo profilo Facebook sulla riduzione del numero delle regioni. «L’economia italiana – scrive- non cresce per causa di un quadro europeo non favorevole ma anche per motivi interni. Tra questi vi e’ il peso che esercita l’attuale assetto delle Regioni italiane che impedisce (tra le varie cause) di abbattere in modo significativo il debito pubblico.» Questa la ragione per cui la riduzione del numero delle Regioni e la definizione di una Regione Capitale per Roma, come avviene per tutte le maggiori capitali europee, «è la prima riforma costituzionale da fare qualora, come auguro, le attuali riforme costituzionali fossero confermate dal popolo italiano con il referendum.» Ma pur confermando, come scontato, il suo si alla riforma costituzionale che verrà sottoposta a referendum popolare (senza quorum) il prossimo autunno Morassut osserva che «il nuovo Senato delle Regioni non potrebbe funzionare al meglio senza una profonda riforma del regionalismo italiano. Il referendum confermativo, quindi, chiude una storia ventennale, ma spero e credo ne debba aprire un’altra, per dare finalmente alla Repubblica un assetto moderno e liberare da un grande peso il nostro debito pubblico che impedisce all’economia di crescere.» La proposta di legge costituzionale di Roberto Morassut e del senatore Raffaele Ranucci del Pd presentata nel dicembre del 2014, prevedeva la riduzione di questi enti territoriali da 20 a 12. Con l’accorpamento di una Regione Alpina comprendente Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria. Le altre regioni contemplate erano Lombardia, l’Emilia Romagna (comprendente anche la provincia di Pesaro), il Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino), la Regione Appenninica (Toscana, Umbria e provincia di Viterbo), quella Adriatica (Abruzzo, provincia Macerata, Ancona, Rieti, Ascoli e Isernia), la Regione di Roma Capitale, la Tirrenica (Campania e le province di Latina e Frosinone), il Levante (Puglia e le province di Matera e Campobasso), il Ponente (Calabria e provincia di Potenza), la Sicilia e la Sardegna.
G.L.