Città Metropolitana a Cinque Stelle, tutti candidati i sindaci di provincia: pronti a difendere Virginia

Unico assente il primo cittadino di Civitavecchia a un passo dalla sfiducia nel suo comune

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I sindaci a cinque stelle eletti in provincia vanno alla carica della Città Metropolitana. C’erano tutti ieri mattina a Palazzo Valentini, ad esclusione del primo cittadino di Civitavecchia, Antonio Cozzolino,  alla presentazione della lista M5S, pronti a fare da corona alla sindaca metropolitana Virginia Raggi nel prossimo Consiglio metropolitano che con una elezione “di secondo livello”, ovvero aperta solo ai “grandi elettori” (consiglieri comunali) e non al popolo, decreterà la nuova composizione di quello che un tempo era il consiglio provinciale. La consultazione è in programma per domenica 9 ottobre, ovvero fra tre settimane esatte.

I NOMI – A guidare le truppe M5S sarà il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci quello che dalle parti dei nuovi sindaci pentastellati è considerato un modello. Al secondo mandato elettivo, quindi in teoria impossibilitato, per i regolamenti grillini, a ricandidarsi sindaco della sua città nel 2018, nonostante la legge glielo consenta, sarà l’alfiere della sindaca Raggi in provincia e anche nelle riunioni del nuovo ente nato dopo la riforma Delrio, considerando anche che il particolare tipo di elezione non prevede premio di maggioranza, quindi ci sarà bisogno di cavalli di razza. Non che le grane siano mancate a Fucci: dall’aggressione subita  a inizio mandato dalle parti dei lidi di Torvajanica al caso nazionale sul” buono pasto con dolcetto” negato a un bambino figlio di una famiglia meno abbiente, fino al più recente annuncio di un avviso di garanzia in seguito a una denuncia ricevuta da una agenzia funebre. Tutto archiviato ma quanto è bastato ad aprire nel M5S un dibattito (ancora più che mai in corso) sulla possibile derubricazione  del semplice avviso di garanzia dai motivi di dimissioni dall’incarico o siluramento immediato dal M5S, in quanto, come ci fanno notare un po’ tutti, con il crescere del numero degli eletti e dei ruoli, anche alla guida di istituzioni e enti locali, agli avversari basterebbe fare una querela per mettere fuorigioco chiunque.

Restando sul litorale pentastellato, in corsa per un seggio provinciale anche il sindaco di Nettuno, il vicequestore Angelo Casto, eletto a maggio e finito negli ultimi giorni al centro del mondo: prima il Consiglio sulla sua presunta ineleggibilità dovuta al suo ruolo in Polizia, poi il comizio del perdono a Di Maio con Beppe Grillo in piazza e da ultimo il piccolo scandalo sulla vigilessa condannata per danno erariale al Comune entrata ugualmente nello staff del sindaco grillino che nel frattempo ha completato la sua giunta proprio in questi giorni con la nomina dei due ultimi assessori di peso: Simona Sanetti ai servizi sociali, sport turismo e spettacolo e personale e quella di Stefano Pompozzi all’urbanistica e ai lavori pubblici. Ora per Casto la sfida della Città metropolitana all’interno di una rete di amministratori grillini sul territorio che, a occhio e croce, sembra voglia mostrarsi più efficiente e sul pezzo rispetto agli stessi organi, maxi e mini direttori, del MoVimento stesso. Loro, forse, la chiamerebbero “risposta dal basso”.

UN MESE DI FUOCO – In tal senso sarà un mese di fuoco anche per il sindaco di Marino, l’avvocato Carlo Colizza da subito alle prese con la ristrutturazione delle nomine e dei ruoli all’interno della potente azienda partecipata, la Multiservizi dei Castelli, appena una settimana prima dell’elezione provinciale, sarà atteso dalla prova del fuoco della 92esima Sagra dell’Uva. Un esame di marinesità sul quale le famiglie storiche che popolano la collinetta di peperino non fanno sconti a nessuno. La Sagra è sacra e non è concesso sbagliare. Colizza, figlio dei rioni del centro storico lo sa, e si sta impegnando. Il sindaco pare abbia affidato l’evento a un minidirettorio formato dalla vicesindaca Paola Tiberi, pure lei avvocata, e dall’assessora al Commercio, Ada Santamaita, coordinati dal portavoce di Colizza, caposegreteria ed ex consigliere comunale, Marco Cacciatore che qualcuno dice sia stato messo a Palazzo Colonna proprio su indicazione dei vertici nazionali del M5S. Cacciatore, infatti, viene da una esperienza all’Europarlamento come primo collaboratore delll’europarlamentare trentenne Fabio Massimo Castaldo che è di Genzano.

Quel paese dei Castelli Romani dove, parole della senatrice M5s Elena Fattori, genzanese pure lei, riportate dal Fatto Quotidiano ma poi smentite dalla stessa senatrice, sono un po’ tutti parenti, frase che sarebbe servita a giustificare il piazzamento sia pure a tempo, solo per un mese, di una nipote del marito della Fattori all’interno dello staff del giovanissimo sindaco, Daniele Lorenzon, pure lui in corsa per un seggio metropolitano e nel suo comune impegnato con nomine ben più significative come il nuovo segretario comunale e il comandante della Polizia locale che certamente saranno al di fuori dal grande parentado genzanese.

Chiude la squadra dei sindaci candidati, la prima cittadina grillina di Anguillara Sabazia, Sabrina Anselmo, finita nell’occhio del ciclone in pieno agosto per il maxi rimpasto che, ben prima di Virginia Raggi, l’ha portata a sostituire, a meno di due mesi dalle elezioni, tre assessori su cinque perché – ha detto la stessa sindaca – non riuscivano a garantire la disponibilità a tempo pieno che lei aveva richiesto loro prima delle elezioni. C’è da augurarsi che, dopo l’eventuale elezione a Palazzo Valentini, anche l’esigente capo dell’amministrazione anguillarese riesca a fare la spola tra i sette colli e il suo bel comune affacciato sul lago di Bracciano.

Alle prese con una pesante crisi politica che potrebbe compiersi anche una clamorosa sfiducia il sindaco grillino di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, l’unico della milizia grillina che – ufficialmente per motivi personali – ma forse per una ben più saggia prudenza politica, ha deciso di non presentarsi alla corsa per il Consiglio metropolitano. Nei giorni scorsi, dopo la spaccatura definitiva di fine agosto, del M5S civitavecchiese il sindaco ha perso anche il suo superassessore all’Urbanistica, Massimo Pantanelli, per molti l’estrema unzione alla giunta etrusca a 5 stelle eletta nel 2014 e da due anni in preda a spasmi e crisi che hanno impedito il governo sereno della cittadina portuale dell’alto Lazio.

E’ dunque indubbio che le elezioni metropolitane di secondo livello, più che un voto di medio termine, rappresenteranno per le amministrazioni grilline un test di capacità e resistenza ai difficili meccanismi della politica e dell’amministrazione anche sovracomunale.

Daniele Priori

 

 

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