Qualche tempo fa un importante quotidiano ha dato notizia di uno dei tanti episodi di odio religioso; di quelli che alimentano il rancore della ormai evidente terza guerra mondiale: un conflitto Nord-Sud strisciante, esploso per ora solo in tre continenti: America, Africa ed Europa. Una guerra dell’odio, dunque, che durerà almeno cento anni, giusto il tempo di tre o quattro generazioni, prima che si realizzi in pieno la famosa “integrazione”.
In sintesi si è trattato di questo. Una baby sitter musulmana in un bus ha mostrato alla gente atterrita la testa mozzata di una bambina cristiana, dicendo che l’aveva uccisa perché era una bimba privilegiata e felice. Ovviamente “quella bestia” è stata immediatamente aggredita e solo l’intervento provvidenziale della Polizia di Stato l’ha sottratta al linciaggio!
Ma la gente ha, poi, continuato ad inveire, urlare ed a maledire quell’assurda convivenza insieme con chi non rispetta la società che lo ospita. Possiamo, cioè, immaginare la rabbia, il disgusto, il raccapriccio ed il senso di frustrazione per quel mostruoso delitto contro una bambina indifesa ed innocente, sgozzata proprio da chi avrebbe dovuto accudirla e proteggerla per motivi di lavoro.
Qualche giorno dopo, in uno dei tanti spettacolini televisivi, detti talk show, si commentavano i vili attentati di Parigi e Bruxelles, con le solite urla e schiamazzate da parte di quelli che vi partecipavano.
Tra gli ospiti il solito musulmano con barba, ben vestito e con una buona dialettica.
Cosa ha detto l’ospite islamico? Che lui (al contrario di quasi tutti i suoi connazionali) condannava gli attentati di Parigi e di Bruxelles, poiché uccidere in nome di Dio è una mostruosità e blà blà blà – ma udite udite! – a suo avviso, non solo Salah avrebbe dovuto essere punito per le stragi connesse ma pure chi lo aveva protetto ed ospitato in città.
Insomma, mentre il diritto italiano distingue nettamente la figura dell’assassino da quella di eventuali fiancheggiatori (rei di favoreggiamento, di omertà, ecc.) in un mondo islamista, senza Stato, tutti potrebbero essere colpevoli allo stesso modo!
Insomma, quell’Imam, senza essere stato mai contraddetto o contestato per quelle stupidaggini, ha affermato che sarebbe stato opportuno applicare una sorta di giustizia islamica, sommaria e di massa…
Questa posizione mi appare analoga o somigliante alla reazione emotiva della gente di Milano che aveva cercato di linciare la baby sitter musulmana, facendosi giustizia da se.
In realtà, sul piano giuridico la “giustizia”, intesa come vendetta collettiva, è una barbarie esecrabile ed inammissibile in una società che vuole rappresentarsi civile ed evoluta.
Infatti, tra i valori fondamentali dello Stato laico, si ritrova non solo il principio della responsabilità personale (salvo i casi di concorso) ma anche il divieto dell’autodifesa, che può esercitarsi legittimamente solo in determinate situazioni di pericolo grave ed imminente.
In altri termini sia la giustizia sia la legittima difesa, nonchè la disciplina sulle varie regole di convivenza, vengono riservate allo Stato che detiene il potere di regolarle con legge.
Dunque, in Italia ed in tutta Europa, grazie alla nascita degli Stati nazionali, laici, democratici, e costituzionali, tutte le religioni – cristiana, cattolica, ortodossa, protestante, musulmana, sunnita, sciita, buddista, induista, e chi più ne ha più ne metta – possiedono il diritto di professare liberamente la propria fede, ma entro le disposizioni di legge che le riguardano e con l’obbligo di osservare gli ordini dell’Autorità Pubblica.
Proprio nella Costituzione italiana è previsto che le religioni abbiano il potere di stipulare accordi, concordati o convenzioni con lo Stato per fissare in modo oggettivo la propria attività in vista della propria integrazione nella società in cui vogliono restare e praticare il loro credo.
Tutto ciò, com’è noto, si deve alla grande affermazione della libertà e dell’autonomia dello Stato rispetto a qualsiasi tipo di religione.
Però, si badi bene, questa conquista è avvenuta in Europa appena due secoli orsono!
Intanto, possiamo consolarci ed affermare che, al momento, abbiamo due Papi di prim’ordine.
Infatti, Benedetto XVI, grande filosofo e scrittore, ha affermato che lo Stato laico e pluralista è una irretrattabile conquista della civiltà ed esso costituisce un valore universale che va preservato a qualunque costo.
Secondo Papa Francesco, poi, le stragi islamiste contro i Cristiani rappresentano la proclamazione dell’odio e dell’intolleranza contro la pace e la buona fratellanza tra i popoli.
Cosa è giusto e doveroso osservare a questo punto?
Se nessuna religione può prevalere sull’altra e se l’unica legge riconoscibile è quella dello Stato laico e costituzionale, occorre una convinta presa di coscienza sui pochi punti salienti che ho appena indicato.
L’esigenza di far conoscere a certi “disgraziati” la supremazia della legge rispetto ai valori di qualsiasi religione costituisce la condizione indispensabile per restare in Italia ed in Europa.
I musulmani devono sapere che gli uomini e le donne sono eguali e godono degli stessi diritti e doveri; che i loro figli devono andare a scuola, nella scuola laica dello Stato, che appartiene al popolo, nella convinzione che tutti i diritti leciti e tutti i doveri necessari devono trovare come unica fonte e giustificazione la legge dello Stato e le sentenze dei giudici.
Post Scriptum.
Vorrei che gli Imam comprendessero una cosa fondamentale che vale per gli studi sul Corano e sulla Bibbia. Tutte le regole, tutte le proposizioni, tutti i salmi, tutte le parabole hanno, per definizione, carattere flessibile, nel senso che devono essere interpretate e spiegate in relazione al tempo ed alla storia dei popoli. Nulla può restare immutato nel tempo! Ignorare o negare il principio di interpretazione flessibile significa non capirci un bel niente, proprio come è accaduto a Salah…
Raffaele De Dominicis