Pd Roma, sospesa la delibera di riorganizzazione di Orfini

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Il Tribunale Civile di Roma, accogliendo le istanze di alcuni iscritti del Pd romano, ha sospeso la delibera di riorganizzazione della Federazione romana del Partito Democratico, adottata dal Commissario Matteo Orfini il 27 settembre del 2015 e relativa a tesseramento, organizzazione dei Circoli, attribuzione di nuovi poteri all’organo esecutivo nell’ipotesi di irregolarità nel tesseramento ed attribuzione di nuovi poteri allo stesso Commissario. Sempre il Tribunale Civile di Roma, però, ha respinto la richiesta di sospensione della rinomina dello stesso Commissario, avvenuta sempre il 27 settembre. “Dopo lo scandalo dell’inchiesta Mafia Capitale, infatti, l’on. Orfini, chiamato a ripristinare condizioni di trasparenza e democrazia interna nel partito romano, ha di fatto utilizzato i suoi poteri per imporre un nuovo assetto organizzativo, travolgendo anche le sorti e i diritti degli iscritti in regola e che nulla avevano a che vedere con la suddetta inchiesta.

Come evidenziato dall’ordinanza del Tribunale di Roma tale delibera – blindando in un numero fisso i circoli, senza alcuna possibilità per gli iscritti di crearne nuovi, ma stabilendo anche modalità di tesseramento ed iscrizione al partito diverse da quelle ordinarie – avrebbe finito per pregiudicare i diritti di partecipazione politica degli iscritti. Tanto in contrasto “con il principio democratico che deve ispirare la vita delle associazioni” e in palese violazione sia dello Statuto nazionale e di quello regionale del PD. Ciò ha messo in pericolo l’autonomia, l’equilibrata rappresentanza degli iscritti negli organismi superiori e, quindi, nelle decisioni del partito, tanto da determinare la decisione di sospensione della delibera impugnata”, secondo la nota dei ricorrenti.

“Le ragioni del ricorso si fondano, infatti, sulla speranza maturata dai ricorrenti – semplici iscritti di base del Pd – a seguito dell’inchiesta di Mafia Capitale, di veder ripristinate condizioni di reale agibilità democratica all’interno del Pd romano. Aspettative più che legittime, che venivano frustrate dallo scioglimento dell’organismo assembleare (in vece dell’annullamento delle tessere ritenute false) e dalla gestione “atipica” del commissario Orfini”.

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