Ostia, Codacons contro chiosco abusivo: vittoria al Consiglio di Stato

L'esercizio commerciale aveva infatti deciso di opporsi attraverso un ricorso per revocazione

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Abbattere le opere edilizie che erano state realizzate sulla spiaggia libera del litorale di Castelporziano a completamento di un preesistente manufatto adibito a chiosco per i servizi dei bagnanti. Questa, in sintesi, era stata la disposizione del Comune di Roma, confermata dalle sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato. La battaglia giuridica era tuttavia proseguita. Il chiosco in questione aveva infatti deciso di opporsi attraverso un ricorso per revocazione. Ricorso contro il quale è intervenuto, dinanzi ai giudici di Palazzo Spada, il Codacons.

LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO

La nota associazione a difesa dei consumatori chiedeva nello specifico ai giudici di non accogliere la domanda del chiosco, ritenendo la difesa del litorale un interesse prioritario rispetto a quello economico dei privati. Una tesi che la sesta sezione del Consiglio di Stato ha accolto in pieno. “Considerato – si legge infatti nell’ordinanza – che, anche a prescindere dalla dubbia ammissibilità del ricorso in relazione alla non sinteticità dell’atto di gravame (98 pagine), a un sommario esame il ricorso per revocazione appare inammissibile posto che a un primo esame non sembrano sussistere errori revocatori ex art. 395/4) c.p.c. decisivi e su punti non controversi; e che nella ponderazione degli interessi coinvolti dall’azione del Comune appare preminente l’interesse pubblico al recupero della legalità edilizia sulle spiagge e sul litorale romani rispetto all’interesse della ricorrente a uno svolgimento più redditizio dell’attività commmerciale”.

LA SODDISFAZIONE DEL CODACONS

La decisione dell’organo giurisdizionale è stata accolta con soddisfazione dal presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «Finalmente – ha commentato – il litorale romano trova piena tutela contro ogni forma di abusivismo. Ora ci impegneremo affinché tutti gli stabilimenti balneari e i chioschi del territorio romano operino nella piena legalità, con concessioni che prevedano il rispetto dell’ambiente e la piena pulizia dell’arenile».

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