L’ospedale San Camillo di Roma ha deciso di assumere esclusivamente medici dedicati all’interruzione di gravidanza, quindi non obiettori di coscienza.
La decisione, riportata da Repubblica, ha suscitato le proteste del mondo cattolico e della Cei.
“Sull’interruzione di gravidanza, per quanto riguarda la prevenzione, l’applicazione della legge 194 nel Lazio funziona: dal 1987 si e’ passati da 21.274 casi di interruzione di gravidanza a 9.617 nel 2015, con una riduzione del 55%. In questo contesto, comunque positivo, l’obiettivo e’ garantire la piena applicazione della legge. Sia per quanto riguarda i diritti della salute delle donne, quindi anche nella pratica dell’interruzione di gravidanza, sia per gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge 194. Compito istituzionale della Regione e’ applicare una legge dello Stato, la 194, nella sua interezza.
Per quanto riguarda la vicenda del S.Camillo, si tratta sicuramente di una novita’ assoluta nel panorama della sanita’ italiana. Occorre puntualizzare pero’ che in questa vicenda l’obiezione di coscienza e’ garantita al 100%: per rispettare l’applicazione e’ stato promosso un bando per 2 unita’ di personale su oltre 2.200 operatori del settore, in un servizio strettamente finalizzato a operare richieste di interruzione di gravidanza. Chi legittimamente e’ obiettore non ha partecipato a questo bando e potra’ portare le sue professionalita’ in altri campi del servizio sanitario e dello stesso Dipartimento della salute della donna e del bambino. Come al momento avviene per il 78% dei medici obiettori in servizio nel Lazio. Accanto a quest’impegno, la Regione Lazio e’ attiva anche per rilanciare le azioni per la prevenzione dell’interruzione di gravidanza, attraverso l’educazione e l’informazione. Tra i pilastri di quest’azione, c’e’ il potenziamento della rete dei consultori del Lazio, su cui a brevissimo verra’ presentato dalla Regione Lazio un piano per il rafforzamento infrastrutturale e di personale”. Cosi’ in un comunicato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.