Il dato veramente significativo delle ultime elezioni amministrative, e per ciò volutamente taciuto dai corifei ufficiali, è consistito nel fatto che più di dodicimila elettori, poco meno della metà degli aventi diritto, si siano convintamente rifiutati di andare a votare. L’immensa portata politica di questo dato aritmetico è data dalla considerazione che, nei fatti, si sia trattato di una spontanea e ferma ‘class action’ di protesta contro l’ennesima riproposizione di sciape ed impoverite minestre riscaldate contro l’amministrazione uscente. Un incubo che dura ormai da decenni. A prescindere dal colore e dalla qualità dell’amministrazione uscente. E tanto ormai il ciclico gioco delle parti è risultato logoro e logorante, che le novità in campo sono state recepite come malinconiche controfigure degli attori dei tempi che furono. Ed infatti, il sindaco ha fallito solo per una manciata di voti l’elezione al primo turno. Poiché bisogna sempre toccare il fondo per risalire, però, è da ritenere che le ultime elezioni abbiano anche rappresentato lo spartiacque definitivo per il cambiamento radicale della politica a Cerveteri. In una comunità i cambiamenti non avvengono mai senza poderose e precise scintille, ed allora è necessario dare vita a collettori di idee per realizzare i cambiamenti. In questo clima è appena nata l’associazione ‘Oltre’, che si presenta impermeabile alle lusinghe del magma che a Cerveteri storicamente si frappone al cambiamento. Oggi incontriamo e conosciamo Italo Beucci, presidente dell’associazione ‘Oltre’, nato ad Arezzo sessantanove anni fa, sposato e residente da anni a Cerenova. Ex dipendente apicale Inps, oggi in pensione, Italo Beucci è una figura fortemente rappresentativa del mondo sindacale, nonchè manager della formazione a livello nazionale.
Presidente, questa nuova associazione che si affaccia e vuole inserirsi nel tessuto locale quali obiettivi si vuol porre e in che modo.
“Oltre” è un centro studi, ricerche, formazione ed educazione, sorto per volontà di persone con sensibilità diverse, sia sociali, sia culturali che politiche, con l’intento di contribuire alla crescita e allo sviluppo del territorio in cui viviamo, attraverso, appunto, lo studio e la ricerca attuando processi di formazione e di educazione dei singoli e dei gruppi.
Non le sembra che esistano già molte altre forme associative nel territorio di Cerveteri e non solo?
Verissimo e di diversa natura giuridica e con scopi i più svariati, tutte che svolgono con impegno encomiabile e validi risultati la loro funzione. “Oltre” non ambisce ad inserirsi tra le realtà esistenti ma di collaborare con esse e fornire loro conoscenze, informazioni, strumenti che possano corroborare le loro attività. “Oltre” è una associazione senza fine di lucro, non è una onlus, o di promozione sociale, tanto meno una fondazione o quant’altro; tutti gli incarichi sono a titolo gratuito.
“Priva di lucro” non vuol forse dire che non debbono esserci guadagni e il bilancio deve essere in pari?
La ringrazio e mi perdoni; lei ha toccato un equivoco che purtroppo si è diffuso quale vulgata cosmica e cioè, ciò che lei ha detto. Nella realtà il codice civile descrive bene ciò che è il “senza fine di lucro” e senza usare termini giuridici si può esemplificare dicendo che si possono, anzi si debbono, promuovere iniziative che possano portare ad avanzi di bilancio, ma queste somme non possono essere utilizzate se non per promuovere altre iniziative e per rendere l’associazione più efficiente ed efficace. Quindi non ripartizioni di utili o comportamenti classici di una impresa.
I giovani, oggi si ricorre sempre più verso l’impegno dei giovani, ma a vedere lei, non si può definirla tale, perché questa scelta?
Potrei risponderle retoricamente: la gioventù non sta nell’età ma nella mente, ma non lo faccio in quanto le finalità del Centro studi sono dirette in primis ai giovani per aiutarli a crescere culturalmente, oltre l’educazione formale, a fare esperienze, verso la consapevolezza di una società in cui vogliono vivere. I vecchietti, me compreso, svolgeranno un ruolo tendente all’impianto e al consolidamento del Centro studi, che già nel proprio Consiglio di Amministrazione vede insediati alcuni giovani nei quali confidiamo per il futuro.
Un ultima domanda: quale lettura si può dare del panorama politico di Cerveteri?
Per rispondere, o meglio per esprimere una forte sensazione, occorre fare una premessa ricordando come la società, nella storia, è riuscita ad esprimere forme di governo che nel bene o nel male erano prossime alle aspettative e alle necessità della gente in quel periodo storico, anche quando non si aveva la più pallida idea di democrazia, di uguaglianza o quando degli usurpatori delle menti e del governo avevano preso il potere. Oggi, in una società “liquida” i fattori che concorrono alla nascita di un governo sia centrale, sia locale, sono sottoposti a cambiamenti talmente repentini che ciò che è stato raggiunto è immediatamente messo in discussione da un altra aspettativa, da un altro obiettivo.
Quindi non posso che rispondere: il panorama politico di Cerveteri è liquido e nonostante tutto è riuscito a raggiungere un equilibrio che consente a questa società dell’immagine, del futile, del subito a prescindere ed anche, purtroppo, della prepotenza, il governo attraverso persone, nella serie, rette ed oneste, sanno leggere il momento storico in cui viviamo. Come detto, raggiunta una cima si scende a valle e si punta verso un’altra vetta, ed è quello che sta succedendo lentamente a Cerveteri. Con una aggravante ed una eccezione (che conferma la regola): la liquidità fa sì che non esistano aggregazioni politiche stabili, durature (al di là dell’uso momentaneo di simboli) ma bensì rassemblement che si compongono e si scompongono continuamente mantenendo nel precario ciò che dovrebbe essere stabile per un buon governo. Per questo mi annoia il sentir parlare di destra o di sinistra. L’eccezione, presente nel territorio, è rappresentata dal Partito Democratico, l’unica organizzazione ad essere consolidata e definita e questo nonostante al suo interno subisca gli effetti della società liquida che la fanno apparire instabile quando non lo è. Un organizzazione politica o un partito politico quando sono stabili ed organizzati, divengono reali e forti punti di riferimento per i valori che esprimono e diffondono e riescono, seppur a fatica, a navigare anche in una società liquida.
“Oltre” ambisce ad essere punto irrinunciabile di riferimento sia per le organizzazioni e i partiti politici, sia per le organizzazioni categoria, che per le associazioni portatrici di interessi, con la presunzione, scusi l’immodestia, di contribuire a farne soggetti consapevoli per una società giusta, accogliente, dove il benessere del singolo e dei gruppi è anteposto agli interessi di pochi.
Alberto Sava