Pippo Civati ha presentato ieri sera al circolo Arci del Pigneto il suo libro “Il capitale disumano” scritto con Stefano Catone, Giampaolo Coriani e Andrea Maestri e edito dalla sua casa editrice “People”.
Il suo è stato un intervento politico puntando il dito sul fatto che non c’è stata una grande opposizione al “decreto sicurezza” di Matteo Salvini, che è di una eccezionale gravità ma fa seguito a un orientamento nella passata legislatura dei ministri Minniti e Orlando “Decreti sulla povertà degli italiani e della presenza degli immigrati che anticiparono quello che è successo con Salvini” ha osservato Civati.
Il decreto, quello di Salvini contestato anche dal consiglio comunale di Roma che ha votato una mozione di critica anche da parte dei 5 stelle, “espelle migliaia di persone dai centri di accoglienza, ne riduce la possibilità di accesso garantita costituzionalmente. E crea appunto un capitale disumano perché verranno sottratti soldi a tutti gli strumenti di integrazione compreso lo studio della lingua e la formazione e finisce per brutalizzare questo capitale umano gestito, d’ora in poi, in modo disumano”.
La proposta di Civati è che il pensiero progressista ricominci a parlare di immigrazione.
“Abbiamo milioni di voti di sinistra quando in campagna elettorale si diceva non parliamo di immigrazione perché si perdono voti e poi i voti si sono persi lo stesso. Forse – ha proseguito Civati, leader del movimento politico “possibile” – è giunto il momento di ricominciare parlare di immigrazione perché se non c’è un pensiero di prospettiva su un tema così delicato e sensibile si rischia di avere solo la versione di Salvini (e anche prima quella di Minniti) o quella dei talk show in cui tutte le questioni vengono banalizzate”.
C’è tutto un percorso da fare in un Paese “dove si può viver bene tutti insieme in una società equilibrata oppure preferiamo vivere in una società in cui sono tutti nemici? Come fa Salvini che in questi giorni è riuscito a litigare con tutti quelli che trovava, dall’allenatore del Milan, al procuratore di Torino, alla Confindustria, agli stessi partenr 5stelle cui di fatto toglie la poltrona da sotto ogni giorno”.
Tocca allora, conclude Civati “non parlare solo di integrazione ma di convivenza in un posto dove possiamo stare meglio tutti, sapendo che questo nostro è un paese di emigrazione non solo nel passato ma di oggi quando abbiamo ogni anno più persone (300mila) che vanno all’estero di quanti ne immigrano. Di contro con 1.200mila persone immigrate che dopo 10 anni di lavoro onesto chiedono ancora la cittadinanza, anche con questi va costruito un patto sociale”.
Vale quindi citare il frontespizio di “capitale umano” che chiarisce il senso di questo lavoro a più mani.
“Il segreto comizio di Salvini è l’attacco definitivo alla buona accoglienza, quella che funziona bene e crea opportunità di convivenza, è invece un investimento sull’emergenza, sull’improvvisazione, sull’esclusione e sulla Marginalizzazione”.
Giuliano longo