Il 1° dicembre dello scorso anno è entrato in funzione anche nel distretto telefonico di Roma, il Numero Unico di Emergenza Europeo 112. Il bilancio dei primi 84 giorni di attività è stato tracciato in una riunione, presieduta ieri dal Prefetto di Roma Franco Gabrielli, alla quale hanno partecipato la Regione Lazio, le Forze di polizia, i Vigili del Fuoco, Roma Capitale e Ares 118. Al 22 febbraio la Sala operativa attivata dalla Regione Lazio ha ricevuto e smistato ai diversi “attori del pronto intervento urgente” quasi 643mila chiamate, con una media giornaliera di 7.651 richieste, che risultano trattate nel giro di poco più di 2 minuti. Tuttavia nel corso della riunione è emersa una minore fluidità nello smistamento delle chiamate di emergenza, conseguenza del fatto che il 112 non si estende ancora agli altri distretti telefonici della Città Metropolitana. Il collaudo di questi mesi ha dimostrato che va perfezionato il sistema cartografico informatizzato che indica la provenienza geografica delle chiamate. Inoltre vanno perfezionate le procedure di smistamento delle richieste di intervento soprattutto quando il sistema viene oberato (overbooking). Nonostante la segnalazione di disguidi da parte della stampa il quadro del servizio che risulta ampiamente positivo. Intanto perché il numero unico ha consentito di “filtrare” le chiamate in arrivo, inoltrando agli “attori della sicurezza e del soccorso” solo quelle relative ad effettive situazioni di emergenza. Nel frattempo le richieste da trattare si sono ridotte del 50% mentre è stato abbattuto a 9 secondi il tempo medio di risposta da parte degli operatori del 112 e di quelli con i quali viene disposta l’esecuzione degli interventi. E’ significativo il dato fornito dalla Questura di Roma che, in questi primi 84 giorni, ha ridotto i tempi di attesa delle chiamate – che prima oscillavano tra gli 11 e 14 secondi – a poco più di 5, aumentando la capacità di reazione degli operatori di polizia. Un trend analogo a quello di gestione delle chiamate di pronto intervento indirizzate alla Sala Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri. Sulla base di questi primi dati si prevede che l’efficacia del numero unico è destinata a crescere per effetto del nuovo piano di controllo del territorio di Roma che entra in vigore da oggi. Il piano suddivide il territorio della Capitale in tre macro-aree, ciascuna affidata, a rotazione al controllo della Questura o del Comando Provinciale dei Carabinieri ai quali il 112 smisterà le chiamate di emergenza. Un modello reso possibile grazie all’interconnessione delle Sale Operative della Polizia e dei Carabinieri avvenuta nei mesi scorsi. Così sono stati gettati i presupposti per eliminare e garantire una maggiore rapidità di interventi con una accresciuta disponibilità di uomini e mezzi. «Il conseguimento di questi obiettivi e realizzazioni – commenta il prefetto Franco Gabrielli – va a merito di uno sforzo compiuto, con vero spirito di squadra, da tutte le Istituzioni interessate che hanno saputo lavorare in sinergia e senza steccati ed alle quali il Prefetto di Roma intende rivolgere un sentito ringraziamento e riconoscimento delle professionalità profuse».
Giuliano Longo