E’ un po di tempo che le audizioni in senato sulla situazione del Campidoglio e le sue municipalizzare sono frequenti, quanto siano utili non è dato sapere, ma che abbiano una loro risonanza mediatica è indubbio. Oggi (ieri per chi legge carta) è stata la volta del direttore generale il dg di Atac Marco Rettighieri, milanese che ha affiancato l’amministratore unico, il prof. Armando Brandolese, nominato nel dicembre scorso dopo le dimissioni di fine settembre da parte di Francesco Micheli e Danilo Broggi. Un manager reduce dall’esperienza dell’Esposizione universale meneghina e quindi vicino al candidato sindaco di Milano e non sgradito al presidente del consiglio Matteo Renzi. Un passato da manager nella società della Tav Torino Lione, è stato da pochi mesi chiamato a mettere le mani nella giungla complicata del trasporto capitolino.
Quindi i suoi rapporti con il senatore Stefano Esposito che per un po è stato anche assessore alla Mobilità del Comune di Roma, lasciano pensare che fra i due vi sia una ‘entente cordiale’ di lunga data. Tanto che nel corso della audizione in commissione lavori pubblici del senato e trasporti Rettighieri cita il senatore che aveva parlato di presunte irregolarità in Atac desunte da un «dossier anonimo» che a suo tempo gli fu consegnato. Evidentemente da allora il dossier si è arricchito perché nel corso della audizione Rettighieri ha annunciato di aver fornito una sua documentazione al procuratore capo Pignatone, all’Anac di Cantone e alla Corte Conti per denunciare la situazione in Atac riguardo i «distacchi sindacali del personale, la gestione del dopolavoro e la fornitura di gomme per i bus».
Che potrebbe sembrare ben poca cosa rispetto al quasi miliardo di debiti che le banche vantano nei confronti di Atac e che la società dovrebbe aver rinegoziato. Nel concreto della disastrata azienda capitolina emerge ben poco da questa audizione perché si è ‘esternato’ molto sulla Roma/Lido che vanta livelli di evasione del 35%. E poi, dopo la bocciatura del project financing con i francesi cui la Regione aveva lavorato per anni, il Governo ha promesso recentemente qualche centinaio di milioni per ristrutturare quella linea. Con grande soddisfazione del governatore Zingaretti che di fatto è proprietario della Roma/Lido in quanto presidente della Regione, mentre Atac è solo la concessionaria del disastrato servizio che Rettighieri sta tentando di migliorare, almeno per la frequenza delle corse fino a un treno ogni 5 minuti. Anzi, per quanto gli compete, su questa linea nè treno nè metro, Rettighieri ha le idee chiare e afferma categorico «non tutta la Roma-Lido verrà rifatta.
Sarebbe sciocco pensare ad una cosa del genere. Verranno incrementate le fermate perché sono nati nuovi insediamenti urbani. Investire tutto in treni e non rinnovare l’infrastruttura non ha nessun senso. Bisogna avere il giusto bilanciamento.» Saggia affermazione anche se sarebbe ora che sul destino di questa linea si mettessero d’accordo Governo Regione e Atac/Comune di Roma per farsi “scucire” al più presto i 200 milioni dal Governo. In ogni caso il Dg ritiene che il problema sia di facile soluzione perché «l’infrastruttura si può fare a stralci» un ‘tant al toc’ si direbbe a Milano.
Ovviamente il direttore generale non si sbilancia sulla eventuale acquisizione dell’azienda capitolina da parte delle Ferrovie perché «non e’ nel mio mandato» e poi quello suo è di portare «in linea di galleggiamento Atac.» Si tratta di vedere quanto l’azienda galleggerà senza un intervento radicale, fra un dossier e l’altro.
Giuliano Longo